Proporsi agli editori: l’importanza di un progetto consapevole

Proporre il proprio romanzo agli editori è un vero lavoro: richiede tempo, energie e si va avanti sorretti dalla speranza di un vero riscontro, che conduca a un onesto contratto editoriale. Spesso, però, questa è la fase che porta gli scrittori a sentirsi scoraggiati e soli, soprattutto se i riscontri non arrivano, o arrivano solo in forme indesiderate (es. proposte di pubblicazione a pagamento).

Come affrontare questo percorso? Qual è l’atteggiamento giusto, come porsi nei confronti degli editori?

Gli autori più originali non lo sono perché promuovono ciò che è nuovo, ma perché mettono ciò che hanno da dire in un modo tale che sembri che non sia mai stato detto prima. (Goethe)

Tutte queste domande ne racchiudono una che si trova a monte: come ci poniamo noi di fronte alla nostra opera? Ci crediamo davvero, abbiamo un progetto editoriale concreto? Oppure la spediamo in giro aspettando che qualcuno confezioni quel progetto per noi?

Bisogna sempre tenere a mente che la pubblicazione di un romanzo è la realizzazione di un progetto comune tra autore ed editore, una sinergia di lavoro e di intenti che confluiscono nell’opera così come si presenterà al pubblico dei lettori. Uno scrittore deve avere chiaro il panorama editoriale nel quale vuole inserirsi, deve sapere a quale target può interessare il suo libro e deve far trasparire questa chiarezza quando va a relazionarsi con un editore.

Spedire un manoscritto e attendere non è sufficiente: occorre un impegno maggiore. Documentarsi di continuo sulle pubblicazioni simili al nostro romanzo, cercare gli editori con un  catalogo attinente, contattarli tenendo a mente che di fatto l’autore, almeno in questa fase, è il manager di se stesso e deve sfruttare al meglio tutte le proprie qualità.

Questo non significa magnificare il proprio romanzo con lettere di presentazione “pompate” a dismisura: ricordiamoci che chi si loda si imbroda e non fa certo una bella impressione. Bisogna invece imparare a proporre la propria opera mettendo in luce tutte le sue sfaccettature, spiegando all’editore perché pensate che il vostro romanzo sia una voce che merita di essere ascoltata. “Ascoltata”, sì: il che implica dei destinatari, motivo per cui non ha senso dire “Vorrei essere pubblicato perché è il mio sogno” o “Scrivere è la mia vita, mi emoziona”. Non dovete parlare di voi, ma del vostro lavoro. Mettete sul piatto con onestà e professionalità le finalità della vostra opera, i lettori ai quali vi rivolgete; dimostrate di conoscere il mondo nel quale lavorate sia voi che gli editori, anche se vi trovate su due versanti differenti; in questo modo, quei versanti confluiranno in uno solo e si attiverà la sinergia d’intenti di cui parlavamo prima.

Fate vedere che siete disponibili a lavorare sulla vostra opera insieme a un editor della casa editrice, che mettete il vostro romanzo al servizio di un progetto comune che soddisfi entrambi.

Credete in voi stessi e siate i vostri manager! Poi armatevi di pazienza: spesso i risultati non arrivano subito, ma questo non significa che vi dovete scoraggiare.