Recensioni di Saggi e Manuali
Domani il pianeta festeggerà un anniversario unico. Era il 20 luglio 1969, ore 20:17:40 UTC, quando il comandante Neil Armstrong posò il piede sul suolo lunare, coronando gli sforzi e i rischi della celeberrima missione Apollo 11.
Per la prima volta, un essere umano camminava sul nostro satellite: “That’s one small step for a man, but a giant leap for mankind” annunciò emozionato.

Pochi eventi come l’allunaggio hanno saputo tenere il pianeta con il fiato così sospeso dall’emozione. E poche missioni spaziali hanno avuto una tale risonanza, amplificata anche dal particolare periodo storico.
read moreOggi parliamo di un saggio di qualche anno fa, che ha ancora molto da insegnarci! Una semplice ed efficace teorizzazione di cos’è il genere letterario, e di cosa significa oggi, superando i giudizi di merito o le paure legate alla “qualità”: ombrello, questo, davvero ampio che può contenere tutto e il contrario di tutto, e che bisogna definire bene prima di usare.
Tutto questo ce lo racconta un professore universitario, uno dei primi accademici che in Italia ha studiato i generi letterari e le case editrici, e che ha lavorato sul concetto di cultura editoriale. Oggi ce n’è bisogno più che mai. Il mercato cambia in continuazione e vede sempre nuovi interlocutori e operatori, ma ci sono chiavi di lettura valide sempre, come queste.
Buona lettura!

“L’immaginazione divertente”, Vittorio Spinazzola, Rizzoli, 1995
Secondo me, ogni opera letteraria, dalla più nobile alla più ignobile, nasce in base a una illuminazione progettuale che ne decide l’identità: un ritrovato della fantasia […]da cui promana l’appello all’immaginazione del lettore […]. Non posso far a meno di pensare che sia questa intuizione creativa, scaturita da un cortocircuito di tutte le facoltà interiori dell’autore, consce e inconsce, la cosa più importante cui guardare, leggendo”.
Con queste parole, che sanciscono la libertà dello scrittore e insieme lo statuto critico del lettore, Spinazzola, professore di letteratura dell’Università Statale di Milano, introduce una raccolta di brevi articoli, dedicati all’analisi di alcuni esempi della cosiddetta “paraletteratura”.
read moreOggi parliamo di manuali di scrittura: nella fattispecie, “Master di scrittura creativa” di Jessica Page Morrell, editor freelance e insegnante di scrittura creativa.
L’autrice si rivolge a un pubblico che ha già studiato tutte le regole di base della scrittura, che le ha già messe in pratica, che le ha interiorizzate e fatte proprie. A questo punto, come approfondire le tecniche narrative nell’ottica di una crescita professionale? Morrell passa a esaminare alcuni strumenti fondamentali della “cassetta degli attrezzi” dello scrittore…
Inizia come una biografia il manuale di scrittura di Stephen King, una raccolta di aneddoti che l’autore definisce “istantanee”: ricordi d’infanzia, immagini, esperienze che a volte riguardano il suo lavoro, altre volte sono meno pertinenti ma interessanti comunque, anche per chi non conosce a fondo la produzione del Maestro del Brivido.
Terry Brooks, autore del celebre “La spada di Shannara” e di una lunga lista di fantasy di successo, mette a disposizione la sua esperienza scrivendo un breve manuale autobiografico nel quale mescola consigli tecnici ad aneddoti personali.
La saggistica ha sempre avuto il suo spazio tra le nostre recensioni. Eccovi una review delle recensioni di saggi che abbiamo pubblicato in questi anni.
Storia universale della distruzione dei libri, di Fernando Bàez. Guerre, furori sacri, incuria, rivalità tra scuole filosofiche, bigottismo, razzismo: i lati peggiori dell’umanità e della convivenza civile sono quelli che portano a distruggere i libri, quando non gli uomini.
Come si legge un libro e perché, di Harold Bloom. In questo saggio, Harold Bloom ci conduce alla scoperta (o alla riscoperta) di alcune delle più celebri opere della letteratura mondiale; e lo fa dopo aver ribadito la necessità di leggere “per se stessi”, senza doveri o dogmi, e di leggere con umanità, “con tutto il proprio essere”.

Perché leggere?
Diventare scrittori, di Dorothea Brande. Che vuol dire, agli occhi degli altri, essere uno scrittore? Quali sono i rischi del dirsi artista, e dell’assumerne le pose esteriori? Quali sono i trucchi per aprire i rubinetti della creatività, base di ogni buona storia? Quali invece per gestire l’ansia e i problemi emotivi collegati alle aspettative verso il proprio lavoro? La Brande fornisce risposte chiare e qualche regola da seguire.
A volte la magia funziona, di Terry Brooks. L’autore del celebre “La spada di Shannara” e di una lunga lista di fantasy di successo, mette a disposizione la sua esperienza scrivendo un breve manuale autobiografico nel quale mescola consigli tecnici ad aneddoti personali.

Tha magic works!
L’autore in cerca di editore, di Maria Grazia Cocchetti. Un vademecum pensato per gli “aspiranti scrittori esordienti”, ovvero per gli scrittori in erba che cercano una strada per farsi pubblicare da un editore.
On writing, di Stephen King. Una raccolta di aneddoti che l’autore definisce “istantanee”: ricordi d’infanzia, immagini, esperienze che a volte riguardano il suo lavoro, interessanti anche per chi non conosce a fondo la produzione del Maestro del Brivido.

Dall’autobiografia al manuale di scrittura.
Il modo fantastico, Stefano Lazzarin. La lettura de Il modo fantastico è consigliata a chiunque sia interessato al mondo della letteratura fantastica, a chi voglia saperne di più, ma anche e soprattutto a coloro che vogliano cimentarsi nel genere fantastico.
Il mestiere di riflettere, a cura di Chiara Manfrinato. Una collezione di brevi interventi sulla traduzione letteraria, scritti da chi della traduzione ha fatto un mestiere. È una lettura densa di rimandi: tra un racconto e l’altro, tra le esperienze di ciascun traduttore, tra la versione del “riflettore” e l’originale.
La morsa, di Loretta Napoleoni. In questo breve saggio, la Napoleoni affronta due argomenti spinosi, che al tempo erano (e sono di nuovo) alla base delle paure massmediatizzate e delle politiche emotive degli stati nazionali: la minaccia terroristica, a quel tempo proveniente da Al Qaeda, e la crisi finanziaria che avrebbe portato alla recessione economica.
Esordienti da spennare, di Silvia Ognibene. Un saggio breve e scorrevole di Silvia Ognibene, nel quale l’autrice racconta la sua indagine su un tema molto controverso: l’editoria a pagamento.
Romanzi per il macero, di Silvia Pertempi. Un’indagine sui manoscritti di narrativa ricevuti e mai pubblicati da un editore; un saggio sulle speranze e anche sugli errori degli esordienti.
L’immaginazione divertente, di Vittorio Spinazzola. Spinazzola, professore di letteratura dell’università statale di Milano, introduce una raccolta di brevi articoli, dedicati all’analisi di alcuni esempi della cosiddetta “paraletteratura”.
Immaginazione sociologica e immaginazione letteraria, di Gabriella Turnaturi. Una docente di sociologia, acuta, curiosa e mentalmente aperta, si rende conto, dopo anni di sensi di colpa verso il proprio amore per i romanzi, che proprio nei romanzi vi sono dati, descrizioni, atmosfere che aiuterebbero tantissimo lo studio sociologico del passato (e di conseguenza del presente) e anzi darebbero alla sociologia una ricchezza chiamata “ immaginazione”.

Buona lettura!

Come ogni anno, parliamo della giornata della Memoria utilizzando lo strumento che ci è più congeniale, e che consideriamo di grande forza e valore: il libro. Libri che raccontano l’Olocausto da punti di vista differenti di adulti e bambini, donne e uomini, mantenendo vivi il ricordo e la testimonianza di chi ha vissuto questa voragine nera della storia europea.

Auschwitz ieri e oggi: immagine mostrata dalla BBC
Ricordiamo, quindi, la recente recensione di “Domani è perfetto“, romanzo indipendente di Francesco Salvo che racconta l’odissea di una giovane Testimone di Geova deportata durante l’occupazione nazista; una piccola review del nostro blog ci porta a due anni fa, quando abbiamo parlato dell’Olocausto attraverso le poesie dei bambini.
Più indietro nel tempo, abbiamo parlato di due libri molto diversi tra loro (un romanzo/metafora e un saggio), consigliandone la lettura (in particolare, “Uno psicologo nei lager” di Viktor E. Frankl).

Psichiatra, neurologo e fondatore della logoterapia, Viktor E. Frankl fu internato in quattro diversi campi di concentramento.
Non dimentichiamo, infine, “Auschwitz spiegato a mia figlia” di Annette Wieviorka.

Eccoci qui con una nuova recensione, questa volta di un manuale: si tratta de “Vendere senza le parole“, interessante saggio scritto a quattro mani da Laura Tentolini e Alessandro Muscinelli.
Quanto conta la comunicazione verbale durante una vendita diretta? Meno di quella non verbale e del body language, a quanto pare, o comunque in percentuale molto minore. Gli autori ce ne spiegano il perché e ci illustrano come comunicare efficacemente con i clienti – e, perché no, anche con le persone intorno a noi.
Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, segnalo anche il sito comunicazionenonverbale.it.
Tutti noi abbiamo quotidianamente a che fare con la vendita, nel ruolo di venditori o in quello di acquirenti; e a tutti noi sarà capitato di non riuscire a convincere il cliente, di essere serviti da un commesso maleducato o, in generale, di aver terminato la transazione in modo insoddisfacente. Come mai ciò accade così spesso? –
Leggi la recensione: “Vendere senza le parole”
Non fatevi ingannare dal titolo un po’ strillato e se potete leggete questo piccolo, istruttivo manuale ripubblicato dalla Sperling&Kupfer al momento giusto. Non vi si parla di scrivere bene, o di pubblicare o di vendere, ma di diventare scrittori. Ovvero, mettere in atto comportamenti e propedeutici (non solo letterari, ma anche psicologici) per affrontare la scrittura seriamente e proseguire a lungo con risultati sempre migliori.

Il manuale è vecchiotto, ma la cosa in questo caso è una qualità positiva. Qui abbiamo un allenatore vecchio stampo, che prima di mettervi i guantoni vi fa correre un’ora nella neve; prima di insegnarvi le tecniche di arti marziali vi fa ridipingere lo steccato… ma alla fine del film potrete gonfiare a sangue i fighetti delle altre scuole di scrittura. Metaforicamente parlando, eh.
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