“Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino – Esordi eccellenti!
Come molti di voi sanno, Studio83 è nata per sostenere autori e autrici in erba, che vogliono scrivere bene e pubblicare in modo ragionato e felice.
Siamo accanto a voi dal 2007 con la nostra professionalità e la nostra sensibilità, per affiancarvi e aiutarvi nelle vostre strade, tutte diverse, tutte degne di esistere.
Per questa ragione, anche come lettrici non siamo indifferenti alle prime volte: le opere di esordio sono spesso interessanti perché contengono i semi di ciò che verrà e una forza a volte irripetibile.
Inauguriamo oggi una rubrica iniziata tempo fa su carta: sul bollettino letterario Venti Nodi, che vide tre numeri stampati e il reading Venti Nodi Zero, un evento dedicato ad artisti esordienti che registrò il sold out e un pubblico di decine di persone (più di un centinaio, considerato il viavai!).
Esordi eccellenti è dedicata alle opere prime di grandi autori e autrici che hanno lasciato il segno nella storia della letteratura, e che hanno fatto conoscere penne destinate a diventare grandi.
Perché se il buongiorno si vede dal mattino…
Oggi parliamo di un esordio intenso: quello di Italo Calvino, che con “Il sentiero dei nidi di ragno” ci ha raccontato una storia indimenticabile.
“Il sentiero dei nidi di ragno”, di Italo Calvino
Era il 1942 quando un giovanissimo Italo Calvino (1923 -1985), che studiava per diventare agronomo e che presto si sarebbe arruolato tra i partigiani liguri, inviò alla casa editrice Einaudi (anch’essa molto giovane) il suo manoscritto “Pazzo io o pazzi gli altri”.
L’editore rifiutò l’opera, nella quale aveva trovato alcune criticità che a suo avviso non la rendevano matura per la pubblicazione.
Trascorsero alcuni anni, decisivi per Calvino dal punto di vista formativo: unitosi ai partigiani della Brigata Garibaldi, combatté assieme a loro fino al giorno della Liberazione.
Terminata la guerra, Italo Calvino tornò al suo percorso universitario, ma con un deciso cambio di rotta che lo portò dritto alla Facoltà di Lettere, dove si laureò nel 1947 con una tesi su Joseph Conrad.
Durante il penultimo anno di università, frequentando gli ambienti della Einaudi grazie alla collaborazione con la rivista “Il Politecnico”, legò con Cesare Pavese, che lo spinse a rielaborare la sua esperienza partigiana in un romanzo.
Fu così che nacque un’opera tuttora considerata un classico: “Il sentiero dei nidi di ragno”.
Il romanzo narra la storia del giovanissimo Pin, un orfano che si ritrova coinvolto nella Resistenza ed entra in contatto con i drammi della vita, ma soprattutto con gli orrori della guerra.
L’argomento, in Italia, era attuale e fortemente sentito nel panorama intellettuale e letterario, ma anche umano, permettendo – come notò lo stesso Calvino anni dopo – una comunicazione tra autore e lettore immediata; inoltre, “Il sentiero dei nidi di ragno” mostrava già la sua cifra stilistica, soprattutto la capacità di restituire gli argomenti trattati con tono fiabesco.
Fu Giulio Einaudi a pubblicare la prima edizione del romanzo nel 1947, all’interno della collana “I coralli”.
L’opera ebbe grande successo e fu un importante trampolino di lancio per Calvino, che oggi è considerato uno degli scrittori italiani più importanti del Novecento, ed è letto e tradotto in tutto il mondo.
Diciassette anni dopo, nel 1964, fu pubblicata sempre da Einaudi una seconda edizione de “Il sentiero dei nidi di ragno”, che differiva leggermente dalla prima e che, soprattutto, era preceduta da una lunga prefazione scritta dallo stesso Calvino.
Fu in quell’occasione che l’autore espresse una personale visione dell’esordio letterario:
Questo è il primo romanzo che ho scritto, direi la prima cosa che ho scritto. Cosa ne posso dire, oggi? Dirò questo: il primo libro sarebbe meglio non averlo mai scritto. Finché il primo libro non è scritto, si possiede quella libertà di cominciare che si può usare una sola volta nella vita, il primo libro già ti definisce mentre tu in realtà sei ancora lontano dall’esser definito; e questa definizione poi dovrai portartela dietro per la vita, cercando di darne conferma o approfondimento o correzione o smentita, ma mai più riuscendo a prescinderne.
Italo Calvino
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