Racconto breve, racconto lungo, novelette, romanzo breve: che differenza c’è?
Tra i primi termini tecnici in cui ci si imbatte quando si inizia a scrivere, soprattutto partecipando a concorsi letterari, ci sono quelli relativi alle dimensioni delle opere.
“Racconto breve”, “racconto lungo”, “novelette”, “romanzo breve”, “novella”… di cosa si tratta e che differenza c’è?
Iniziamo col dire che non esistono criteri standard e assoluti per definire le varie categorie in modo univoco. Esse possono variare in base a scelte editoriali, consuetudini, punti di vista. Quando abbiamo dei dubbi, chiediamo sempre al nostro interlocutore il numero minimo e massimo di battute (spazi inclusi): quello sì che è standard e univoco!
Possiamo tuttavia farci un’idea di massima, per acquisire una categoria mentale relativa alle lunghezze dei testi.
Quando si tratta di concorsi, le dimensioni minime e massime sono sempre indicate nel bando, solitamente usando le battute come unità di misura, altre volte le cartelle.
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Può accadere, però, che una casa editrice o chi per essa ci chieda semplicemente “una novelette” o “un romanzo breve”. Niente panico, ecco svelato di cosa parlano!
Racconto breve
Per “racconto breve” (short story in inglese) si intende solitamente un’opera tra le 8.000 e le 30.000 battute. Sotto le 8.000 si parla di “racconto brevissimo”, sopra le 30.000 iniziamo a sconfinare nei territori del racconto lungo.
Un esempio di racconti brevi: quelli dell’antologia “A volte ritornano” di Stephen King.
Racconto lungo o novelette
Questa categoria va a porsi come via di mezzo tra il racconto breve e il romanzo breve. Si tratta di opere tra le 40.000 e le 80.000 battute circa, una lunghezza che permette di strutturare storia e personaggi in modo più approfondito, mantenendosi comunque nei limiti del racconto. La denominazione italiana è appunto “racconto lungo”, ma negli ultimi anni si è diffusa anche quella inglese, “novelette”.
Un esempio: i racconti dell’antologia “Strani mondi” di Urania Mondadori (2019).
Romanzo breve o novella
Come suggerisce la denominazione, si tratta di un’opera più lunga di una novelette, ma più breve di un romanzo classico. Il numero di battute va orientativamente dalle 80.000 alle 180.000.
In inglese si usa la categoria “novella”, che può generare confusione in italiano, dato che questa parola nella nostra tradizione letteraria ha un altro significato. Per sicurezza, possiamo chiamarlo semplicemente “romanzo breve”.
Con una precisazione: non è solo la lunghezza a distinguere un racconto da un romanzo, ma anche la struttura. Il romanzo breve deve essere pensato come un romanzo, con una complessità strutturale ascrivibile a quella categoria.
Esempio: “Nessuno scrive al colonnello” di Gabriel García Márquez.
Romanzo
Il confine tra romanzo breve e romanzo non è così netto, ma possiamo dire che si parla della seconda categoria almeno dalle 180.000 battute in su. Nei concorsi per romanzi, di solito la soglia minima è di 300.000 battute, sotto le quali l’opera è troppo breve per essere commerciabile.
E, come abbiamo visto, anche i confini tra le varie lunghezze non sono granitiche, ma piuttosto sfumate. Tutto dipende dalla destinazione del testo e dalle richieste dell’editore o del bando di concorso.
Quale che sia la categoria a cui ci dedichiamo, c’è solo una cosa da fare… continuiamo a scrivere! 🙂