Virgolette, caporali, lineette: i segni tipografici nei dialoghi
Oggi affrontiamo un tema strettamente redazionale, che ogni autore/autrice si sarà posto, a un certo punto, davanti alla pagina bianca: per i dialoghi del mio romanzo meglio usare le virgolette alte doppie, le caporali o la lineetta?
Per la cronaca:
- “virgolette”
- «caporali»
- – lineetta.
Iniziamo col dire che, per moltissimi aspetti, questa scelta è ininfluente. Ogni casa editrice ha le proprie regole redazionali e sceglie un segno al posto di un altro per le pubblicazioni. Quindi potreste decidere per la lineetta e poi pubblicare con un editore che vuole i caporali: a quel punto toccherà al correttore di bozze convertire il tutto per uniformarlo alla veste redazionale della collana.
Se invece sappiamo già con quale editore pubblicheremo, è buona creanza rispettare quelle regole. Questo faciliterà e accelererà la correzione di bozze, con risparmio di tempo ed energie che gioverà a tutt*.
Le virgolette alte doppie (“virgolette”) oggi sono abbastanza rare come scelta redazionale, ma sono tra le prime con cui si confrontano autori e autrici alle prime armi, trattandosi delle più facili da inserire.
“Buongiorno” disse Maria. “E benvenuti.”
Per richiamarle con combinazioni rapide di tasti, possiamo usare SHIFT+2 per le aprirle e SHIFT+Alt+2 per chiuderle. In ogni caso, la maggior parte dei programmi di videoscrittura le chiude automaticamente, perciò è sufficiente il solo comando SHIFT+2.
Una tipologia largamente utilizzata di segni tipografici solo le virgolette caporali, o “basse”, dette anche “francesi”:
«Buongiorno» disse Maria. «E benvenuti.»
Se usate un pc con sistema operativo Windows, potete assegnare una combinazione di tasti personalizzata per aprirle e chiuderle all’occorrenza. Se usate un Mac potete utilizzare la combinazione Alt+1 per aprirle e Alt+SHIFT+1 per chiuderle.
Attenzione a non confondere le caporali con i segni maggiore e minore: <>. Capita spesso di trovare, nei manoscritti, il doppio minore in apertura << e il doppio maggiore in chiusura: >>. Ciò accade perché molti autori/autrici non sanno come richiamare le caporali e inseriscono il primo segno simile che trovano.
Terza opzione, anch’essa largamente utilizzata in editoria, è la lineetta enne (–), da non confondere con il trattino breve (-). La caratteristica specifica della lineetta enne nei dialoghi è che viene usata in apertura ma non in chiusura: il dialogo si intende concluso quando si va a capo e si inizia un nuovo paragrafo.
– Buongiorno – disse Maria. – E benvenuti.
Questo può creare qualche problema nei casi in cui ci siano discorsi diretti particolarmente lunghi che richiedono un a capo interno, ma si può trovare una soluzione assieme al correttore di bozze.
Un consiglio spassionato: fate estrema attenzione quando usate la lineetta. Trattandosi di un segno anche ortografico usato in diversi contesti, è facile che si creino incomprensioni con il vostro programma di videoscrittura. Molti di essi, per esempio, confondono la lineetta enne in apertura di riga con un elenco puntato… trasformando l’intero dialogo, di fatto, in un elenco, con le relative proprietà.
Immaginate un disastro tipografico del genere ripetuto per 500 pagine… ecco, benvenuti nell’inferno dei correttori di bozze!
Se desiderate usare la lineetta, dovete disattivare l’opzione di Word che trasforma automaticamente i trattini in elenchi puntati (e dovete farlo PRIMA di scrivere, importante!).
Bene, siamo giunti al termine di questa mini-guida sui dialoghi: prossimamente parleremo di questi ultimi da un altro punto di vista, quello narrativo. Seguiteci su Instagram, Twitter e Facebook!
E se hai ancora dubbi…