I 12 modi di… procrastinare
Come scrittori, ci sentiamo sempre ripetere (e CI ripetiamo sempre) che è necessario scrivere sempre, ogni giorno e con regolarità, per il bene del nostro stile e del nostro lavoro.
Nulla dies sine linea, asserivà già Plinio il Vecchio ai suoi tempi: che non passi giorno senza scrivere almeno una riga! Metodo, esercizio, allenamento, buona pratica, fluidità della scrittura… tutto ci guadagna, senza contare che in questo modo si riesce anche a partecipare a tutti i concorsi letterari che si vuole senza ridursi alla notte prima della scadenza.
Eppure… eppure rispettare il proprio ruolino di marcia, lo sappiamo, alle volte è davvero difficile. La vita “di tutti i giorni”, gli impegni di lavoro e familiari, le emergenze improvvise… e la nostra inflessibile volontà si rivela invece un colabrodo vergognosamente autoindulgente.
Mettiamoci poi il vizio classico di moltissimi di noi: amiamo considerarci artisti scapigliati, ma non siamo altro che… procrastinatori seriali!
Ecco quindi da un simpatico blog statunitense un’efficace classificazione dei “tipi procrastinatori”, che secondo il vignettista sono 12:
- – quello che fa le pulizie
- – quello che va in panico
- – quello che fa le liste
- – quello che fa un sonnellino
- – quello che anticipa… troppo
- – quello che social
- – quello che google
- – quello che fa uno spuntino
- – quello che gioca
- – quello che guarda la TV
- – quello che delega
- – quello che (semplicemente) rimanda in eterno.
Molti di questi comportamenti possono convivere nella stessa persona, ma direi che trovare la propria categoria di “procrastinatore seriale” è già un primo passo per disintossicarsi dalla sindrome del dopo lo faccio e mettersi alla dannata scrivania.
Tu in che tipo ti riconosci? Quali strategie metti in atto per non scrivere?