Storia universale della distruzione dei libri – Recensione
Sono giorni tristi per il nostro paese.
La libreria “La pecora elettrica” è stata bruciata per la seconda volta in pochi mesi, la sera prima della sua riapertura, nell’indifferenza delle istituzioni, in un quartiere difficile che si è subito mobilitato.
La senatrice a vita Liliana Segre, donna onorevole di nome e di fatto e sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, è stata messa sotto scorta su decisione della prefettura di Milano, a causa dell’enorme mole di minacce e insulti antisemiti che riceve in continuazione.
Che altro dire?
Noi di Studio83 esprimiamo la nostra solidarietà all’onorevole Segre e alla Libreria La Pecora Elettrica.
Siamo convinte che in questo difficile momento sia necessario continuare a interrogarsi, a leggere, e anche che dobbiamo agire, scendere per strada e prenderci la responsabilità tanto di una reazione al neofascismo, quanto di un’azione di rifiuto dell’odio e difesa delle parole, del loro senso, del loro uso.
Intanto, proponiamo oggi la recensione a un saggio significativo.
Ai libri che bruciano rispondiamo con il fuoco della conoscenza. Alle minacce fasciste e antisemite verso una donna ci opponiamo con sdegno!
“Storia universale della distruzione dei libri”, di Fernando Baèz, Viella 2007
Prima che i libri divenissero tali, quando la trasmissione della conoscenza era affidata a papiri, tavolette o pergamene, la loro distruzione era già prassi consolidata.
Attuata con mille pretesti, con grande passione e per mezzo del fuoco, spesso è consistita anche (come sottolinea più volte l’autore in appassionati incisi) nella semplice indifferenza delle istituzioni e dei poteri che avrebbero dovuto proteggere i beni culturali.
(È accaduto spesso, nel corso della storia: oggi succede ancora, qui, in Italia, nel 2019, con un upgrade: bruciano direttamente le librerie!)
Guerre, furori sacri, incuria, rivalità tra scuole filosofiche, bigottismo, razzismo: i lati peggiori dell’umanità e della convivenza civile sono quelli che portano a distruggere i libri, quando non le persone.
Bàez fa sua la massima di Heine secondo la quale “dove si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini” e dimostra che spesso le due cose sono parallele prima che consequenziali. In un excursus che va dai primi usi della scrittura fino alla guerra in Iraq, Bàez snocciola cifre a molti zeri di libri distrutti.
Certo, la carne al fuoco è tanta e il percorso dell’uomo, anche per quanto riguarda la sua barbarie, è davvero lungo: spesso si ha l’impressione di leggere una lista della spesa (data, luogo, numero libri distrutti; data, luogo, circostanza storica, numero libri carbonizzati; data, luogo, autori, numero libri polverizzati).
Quando invece l’autore prende fiato, e inserisce nella corsa aneddoti e considerazioni, la lettura si fa più interessante.
Le prime due parti del saggio sono dedicate alla storia antica e sono divise per luogo o periodo storico (bello il capitolo sui libri immaginari).
La terza parte riguarda invece l’era moderna e circostanze come l’odio etnico, i “regimi del terrore”, le pubblicazioni elettroniche e l’autocensura.
Insomma, “Storia universale della distruzione dei libri” è un saggio storico interessante e ben circostanziato, che può costituire un punto di partenza per approfondire quegli aspetti che l’autore sfiora solamente. Chiaro: dietro lo storico concentrato sui numeri si nasconde il bibliofilo incallito, che getta decine di esche per incoraggiare lettori e lettrici a imitarlo in una ricerca in prima persona.
Concludiamo con un secondo consiglio di lettura:
“Il mare nero dell’indifferenza” di Liliana Segre, edizioni People.
Segre fu espulsa dalla scuola nel 1938. Fu clandestina, chiese asilo e fu respinta. Il 30 gennaio del 1944 fu deportata ad Auschwitz insieme a suo papà Alberto, che non sopravvisse al lager. Negli ultimi trent’anni, diventata nonna, ha promosso una straordinaria campagna contro l’indifferenza e contro il razzismo, in tutte le sue forme e le sue articolazioni.
Le sue parole nitide, forti, indiscutibili sono un messaggio rivolto alle ragazze e ai ragazzi, suoi “nipoti ideali”, perché non si perdano mai i diritti e il rispetto per le persone.
Il link è quello all’acquisto sul sito dell’editore People, se il libro vi interessa potete comprarlo direttamente da lì evitando gli intermediari e l’onnipresente e prepotente Amazon. Anche questo può essere un gesto significativo. Grazie!