#comesiscrive ROMANCE – I consigli di Deborah Begali

Buon lunedì, e benvenut* al nuovo appuntamento della nostra rubrica autunnale #comesiscrive. I primi post sono dedicati al romance, per capire meglio come funziona questo genere molto amato e venduto.

Dopo la prima intervista con Elisabetta Motta, abbiamo oggi con noi Deborah Begali, autrice di romanzi historical romance e fantasy. Veronese, appassionata di Jane Austen e del periodo regency, lavora nella comunicazione e gestisce un portale dedicato ai parchi divertimento nel mondo.
Ha pubblicato due romanzi con Fanucci editore, nella collana Leggereditore: “Georgiana” e “Il 6 di Oxford Street”, e un romanzo in selfpublishing, “L’amazzone e il vichingo”, ambientato in un mondo fantastico dai forti contrasti.

Via alle domande!

1 – Definisci il tuo genere: cosa racconta, e come?

Ho pubblicato principalmente romance storici, ma scrivo di ogni genere. Il mio ultimo romanzo, ad esempio, è un romanzo rosa fantasy.
Ritengo da sempre che un autore possa riuscire in qualsiasi genere, proprio come accade a sceneggiatori e registi.
In particolare, nel cassetto ho qualche opera contemporanea, thriller e drammatica. Si vede che amo il cinema?

2 – Perché ti sei avvicinata a questo genere e perché lo scrivi?

Mi sono avvicinata a questo genere grazie all’uso di Wattpad e, lì, il genere prediletto è sicuramente il romanzo rosa. È parte di una mia inclinazione personale. Qualsiasi genere di cui scrivo ha sempre una storia d’amore inserita in qualche modo.

Scrivo di regency e di storico (“Georgiana”, “Il 6 di Oxford Street”) perché sono un’appassionata di quel periodo e perché adoro i classici. Ho avuto la possibilità di viaggiare e vedere in prima persona luoghi simbolo della letteratura inglese ottocentesca.

Scrivo fantasy perché, spesso, la storia pone dei limiti che nel fantasy (ad ambientazione storica) è possibile bypassare.

3 – Perché leggere romance oggi?

Per sopravvivere, direi.

In una vita frenetica, piena di impegni di lavoro e famiglia è giusto concedersi almeno un’ora per sé al giorno. E non vedo modo migliore di coccolarsi che viaggiare a costo quasi zero sia nel passato che nei sentimenti.

4 – Dacci qualche consiglio: una cosa da fare, e una da non fare assolutamente, quando si scrive romance.

Da fare? Viaggiare, in primis. Poi per me funziona guardare tanti film. Sono la mia prima e massima ispirazione, soprattutto pellicole di qualche anno fa (periodo 1990 – 2000). Leggere sceneggiature, andare a teatro, vedere period drama e miniserie in costume.

Da non fare? Lasciar passare troppo tempo tra una sessione di scrittura e l’altra: si rischia di cambiare stile, di dimenticare. Io scrivo con continuità (e anche per lavoro) e questo aiuta. 

5 – Una domanda che si fanno in molt*: in che modo rendere efficace la nascita dell’attrazione tra due personaggi, senza stereotipi né stucchevolezze?

È molto difficile spiegarlo. Nel mio caso prediligo relazioni ostili tra i due protagonisti (Georgiana Eagle e Lucas Benedict) che spesso si scontrano e che non trovano quasi mai un punto d’incontro. Ho notato che funziona molto bene, sia ai fini della trama, sia perché ciò ha presa sul lettore. Nei miei romanzi si tratta di amori contrastati e ribelli (Morrigan e Cristen), di situazioni al limite della sopportazione, a me piace che sia così e, pare, anche a chi mi legge.

6 – Altra domanda: le ambientazioni. Spesso nel romance siamo in epoche passate: quanto è importante l’ambientazione, e che lavoro bisogna fare in merito?

Si tratta di un lavoro di ricerca, ma nel mio caso è “in loco” frutto di visite personali.

Per “Georgiana” e “Il 6 di Oxford Street” sono stata per diverso tempo in Inghilterra a visitare manor (es. Audley End), case di città a Londra (es. Dr. Johnson). Ho viaggiato per mare in golette simili a quelle che si usavano un tempo e ho poi posto i miei personaggi in Turchia, Grecia e Italia. Sono salita sul Cutty Sark, uno dei clipper più importanti della seconda metà del XIX secolo e ho esplorato le “Pools of London”.

Il mio ultimo romanzo, “L’Amazzone e il Vichingo”, invece, ha un’ambientazione che è quasi tutta italiana. Ho preso in prestito le bellezze di Trentino e Alto Adige per creare la Valle delle amazzoni, mentre i vulcani sono frutto di un recente viaggio alle Canarie. Per me il viaggio è tutto, senza di esso nessuno dei miei mondi avrebbe preso vita.

7 – Dacci qualche consiglio di lettura: uno o più titoli per te imprescindibili, per conoscere meglio il romance.

I classici, ovviamente. Tutta Jane Austen (anche gli incompiuti), la Wharton, le Bronte, Tolstoj: sono le fondamenta del genere di cui ci occupiamo noi autrici romance, perciò vanno conosciuti a menadito. “Orgoglio e Pregiudizio”, “La casa della gioia”, “Anna Karenina”, “Jane Eyre”, “Cime Tempestose”.

Ritengo poi che occorra ispirarsi anche all’opera, di cui sono una grande fan (sarà che abitando a Verona mi risulta facile). Puccini, Donizetti, Mozart, in particolare, e il melodramma giocoso. Le operette e le opere buffe e, chiaramente, i loro libretti. E poi i film, ma ne ho già parlato.

Deborah Begali conclude l’intervista dandoci tre preziosi consigli di scrittura romance.

I miei tre consigli:

  1. Fai parlare i personaggi come parleresti tu (ovviamente contestualizzato al periodo).
  2. Usa nomignoli e soprannomi, spesso chiamare per nome nei dialoghi senza un diminutivo da un senso di artefatto che non fa entrare nella storia.
  3. Dai spessore ai tuoi personaggi con richiami a “zone” del romanzo non esplorate, possono essere un buon modo per creare un sequel o un prequel.
GRAZIE, Deborah, per essere stata con noi e per averci dato i tuoi preziosi consigli di scrittura.

Alla prossima puntata della rubrica #comesiscrive!
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