“Il giro di vite” di Henry James. Recensione / Halloween 2022

Questo articolo è pubblicato nella cornice della rassegna collettiva di dieci giorni dedicata ad Halloween 2022.

Questa è la nona giornata, a tema CASE INFESTATE

Recensione a cura di Chiara Monina.

Questo libro è una storia di fantasmi che appartiene al genere gotico, è una vicenda dalle varie sfaccettature, sia per la storia narrata, sia per i personaggi descritti ed anche per la modalità in cui è stata scritta.

Una storia che inquieta, dove i protagonisti sono due bambini, fratello e sorella e la loro nuova istitutrice, che vengono travolti dalle apparizioni di due personaggi morti che appaiono loro continuamente.

E’ un libro che rimanda ad interrogarci all’infinito, a porci domande, senza trovare risposte; è una storia che non trova una sua collocazione, perché non ci regala un finale definito ma sospeso a libera interpretazione.

Un finale da discussione eterna, poiché ognuno può trovarci diverse chiavi di lettura, tutte plausibili e questa è la forza stessa del libro, che non passa mai di moda perché continua a suscitare in noi domande con un autentico esercizio di stile.

E’ un’opera misteriosa oppure ingannatrice, dove i fantasmi si fanno sempre più presenti, come delle proiezioni, che diventano vere ossessioni.

Quindi è una storia di fantasmi o di follia, dove l’istitutrice che narra è una vittima o il suo opposto?

Sorgono continui quesiti ed ipotesi che non trovano mai conferma o rassicurazione.

Non c’è un finale ben delineato che ci può rassicurare ma un dubbio continuo ci nega la certezza ma allo stesso tempo lascia libera l’immaginazione di credere a proprio piacimento chi sia o siano gli antagonisti della vicenda.

Questa crescente e costante ambiguità ci turba ma permette di avere vari piani di lettura, in una vicenda che ci viene solo raccontata e mai spiegata.

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Tutto viene lasciato all’immaginazione, anche i vari significati celati dall’autore stesso, come l’accostamento del mondo adulto a quello dell’infanzia, una velata critica alla società vittoriana del suo tempo, così come i rapporti che si creano tra i ricchi e i poveri, ovvero tra i padroni e i servitori.

La percezione soggettiva di ogni personaggio varia in base alle caratteristiche di ciascuno, i protagonisti sono ancorati alle loro solitudini, ognuno è vittima del proprio carattere e delle personali paure.

Sono paure che si cercano di condividere nella conferma della vista e della parola dell’altro, per non rimanere emarginati e soli nelle proprie visioni interiori.

Paure che se condivise sembrano meno paranoiche ed ossessive, anche se la morte finale e netta a chiusura del libro, rimette tutto in discussione, ogni volta che si legge e rilegge questa storia.

Non si può scovare un punto preciso del libro dove termina la storia dei fantasmi ed inizia quella della psicosi, della paranoia di una folle,forse, se così fosse…l’interrogativo è sempre presente dietro l’angolo…

“la cosa veramente innaturale per il ragazzo di cui mi occupavo stava all’improvvisa rivelazione che lui era ben consapevole di come stessero le cose e aveva un piano al riguardo”.

E come stanno davvero le cose?…Buon dibattito a voi tutti!


Per saperne di più sull’iniziativa, leggi il comunicato dell’evento.

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