Redattori precari

Cari amici,
la Fiera del Libro di Torino si è conclusa, e tra polemiche politiche e affluenza di pubblico in calo, la novità più interessante riguarda, secondo me, le manifestazioni dei Redattori Precari.

Più di una volta, noi di Studio83 abbiamo parlato di questa nuova piaga che affligge l’editoria: il ricorso sistematico degli editori a stagisti precari e malpagati (quando va bene) per risparmiare sul lavoro di redazione . Bene, a quanto pare la categoria si sta organizzando, e lo sta facendo bene.

Durante il Salone, infatti, le dimostrazioni dei Redattori Precari sono state efficaci e hanno avuto una buona eco. Booksblog ci propone il resoconto di un flash mob attuato sabato e una… presentazione con sorpresa, domenica.

Ogni anno migliaia di lettori e professionisti si accalcano tra gli stand e nelle sale del maggior evento editoriale di un Paese in realtà poco avvezzo alla lettura. Quando sarete lì, vi invitiamo a osservare le persone che vi circondano e a farvi qualche domanda su di loro. Chi vi controlla il biglietto all’entrata? Massimo, ingaggiato temporaneamente dalle agenzie che gestiscono il lavoro in fiera, precario. Chi vi consiglia un libro allo stand del grande/medio/piccolo/infinitesimale editore? Francesca, stagista di redazione, per l’occassione cassiera, precaria. Chi ha corretto le bozze del libro che state sfogliando? Giulia, al quinto co.co.pro. consecutivo, precaria. Chi ha organizzato la presentazione del vostro autore preferito? Roberto, ufficio stampa sottopagato, precario. Il grande circo dell’editoria, che non fa mancare ricchi anticipi a scrittori di grido, brillanti campagne di marketing e grassi stipendi agli amministratori delegati, si regge in gran parte sulle spalle dei precari.

Vi invito a leggere per intero questo post di una Redattrice Precaria e a visitare il sito della Rete dei Redattori Precari. E aggiungo (riportando uno stralcio di una nostra intervista) che:

la qualità redazionale/tipografica continua a diminuire a causa della corsa al risparmio degli editori – di tutti, grandi e piccoli – che vanno avanti con il lavoro sottopagato degli stagisti. La qualità della letteratura non dipende solo dai geni dell’arte, ma anche da una serietà professionale, direi quasi artigianale, che di questi tempi è difficile mantenere.