L’immaginazione divertente – Vittorio Spinazzola
Oggi parliamo di un saggio di qualche anno fa, che ha ancora molto da insegnarci! Una semplice ed efficace teorizzazione di cos’è il genere letterario, e di cosa significa oggi, superando i giudizi di merito o le paure legate alla “qualità”: ombrello, questo, davvero ampio che può contenere tutto e il contrario di tutto, e che bisogna definire bene prima di usare.
Tutto questo ce lo racconta un professore universitario, uno dei primi accademici che in Italia ha studiato i generi letterari e le case editrici, e che ha lavorato sul concetto di cultura editoriale. Oggi ce n’è bisogno più che mai. Il mercato cambia in continuazione e vede sempre nuovi interlocutori e operatori, ma ci sono chiavi di lettura valide sempre, come queste.
Buona lettura!
“L’immaginazione divertente”, Vittorio Spinazzola, Rizzoli, 1995
Secondo me, ogni opera letteraria, dalla più nobile alla più ignobile, nasce in base a una illuminazione progettuale che ne decide l’identità: un ritrovato della fantasia […]da cui promana l’appello all’immaginazione del lettore […]. Non posso far a meno di pensare che sia questa intuizione creativa, scaturita da un cortocircuito di tutte le facoltà interiori dell’autore, consce e inconsce, la cosa più importante cui guardare, leggendo”.
Con queste parole, che sanciscono la libertà dello scrittore e insieme lo statuto critico del lettore, Spinazzola, professore di letteratura dell’Università Statale di Milano, introduce una raccolta di brevi articoli, dedicati all’analisi di alcuni esempi della cosiddetta “paraletteratura”.
Essa consiste in tutti quei sottogeneri letterari, affermati con la produzione letteraria di massa, che non possono essere considerati vera e propria letteratura a causa di alcuni limiti oggettivi, limiti che Spinazzola trasforma in punti di forza di testi concepiti essenzialmente per intrattenere e divertire.
Il giallo, il rosa, il porno, il fumetto sono tra i generi più diffusi e apprezzati da lettori considerati “ignoranti” o “di bocca buona”: a torto, secondo l’autore. La lettura di testi di paraletteratura, invece, è stratificata, e riguarda in modo trasversale più fasce sociali, affezionate a una produzione letteraria che nei suoi canoni fissati con precisione mantiene quello che promette.
Il pubblico a cui è destinata la “paraletteratura” non è quindi un “pubblico di serie B”: la tesi di Spinazzola (che il professore sviluppa ampiamente nel più recente La modernità letteraria) è che ognuno di noi, per essere un buon lettore, deve essere in primo luogo critico.
Ovvero, deve saper giudicare se il testo mantiene le proprie promesse: un lettore di romanzi di genere, che sappia distinguere quelli scritti in modo più aderente al genere da quelli più scadenti, può essere statutariamente migliore di uno che prenda per oro colato tutta la poesia ermetica che legge senza saper distinguere e giudicare davvero.
Inoltre, la paraletteratura è un “regno” vario e stratificato anche al suo interno, e non è affatto dominato dalla pura ripetitività: anzi, Spinazzola esalta il valore della “trovata”, del volo di fantasia, della inventio.
Come studioso, Spinazzola non esita a leggere tutto, analizzare tutto, spinto da divertimento e sana curiosità. Ha parole per la goliardia del porno, nel quale il realismo volgare del linguaggio va di pari passo con lo “sfrenamento iperbolico” di prestazioni straordinarie e dimensioni spropositate. La produzione paraletteraria pornografica si mostra senza possibilità di errore e mantiene le sue promesse: Spinazzola cita più di un titolo-manifesto, strappando un sorriso.
Del giallo, Spinazzola analizza i meccanismi della suspence e la genesi di un tipo letterario borghese e urbano, che trova ragion d’essere nell’instabilità dell’atto criminale, seguita da un ritorno dello status quo. Nel giallo, però, delitto e castigo sono “pretesti” per il vero oggetto della storia: la ricerca. L’investigatore è il nuovo cavaliere errante, e il giallo epica della borghesia urbana, genere che più degli altri è scritto per essere letto.
Il rosa, romanzo di formazione al femminile, riflette nei suoi temi l’evoluzione di una donna che inizia a problematizzare il proprio destino e a non farsi più oggetto dei mercanteggiamenti familiari e sociali; il rosa tradizionale ha pur sempre un’indole educativa e vi trionfano i valori borghesi del matrimonio e della famiglia sotto l’ala protettiva della virilità.
L’ultima parte del piccolo e agile saggio è tutta per il fumetto: Spinazzola ci conduce in un interessante percorso che dai primi fotoromanzi conduce a Diabolik, passando per Satanik, Messalina e arrivando al mitico Charlie Brown e alla sua complessità e profondità esistenziale.
Come per altre opere di Spinazzola, L’immaginazione divertente porta avanti una tesi di cui l’autore è profondamente e appassionatamente convinto: leggere tutto, ma leggere bene.
E tra le righe ci sono messaggi rivolti anche al mondo della critica, affinché non ignori testi e generi che, per il solo motivo di essere tanto diffusi, meritano di essere analizzati, senza spocchia, cattiva coscienza o falsi tabù.