Il lavoro di documentazione – Appunti di editing
Si è soliti pensare che il lavoro di documentazione, quando si parla di narrativa e scrittura creativa, riguardi soltanto le opere storiche. In effetti i romanzi e i racconti storici richiedono una mole di lavoro non indifferente, come la lettura di testi e documenti, necessaria anche solo a mettere giù una scaletta. Ma la documentazione è una necessità costante anche per tutti gli altri, di qualunque genere sia la nostra opera. Un racconto su una storia d’amore in provincia può richiedere l’approfondimento di una vasta gamma di materie e temi, che possono variare a seconda delle situazioni in cui si trovano i personaggi.
…la libreria domestica che tutti vorremmo!
Partiamo dall’esempio della storia d’amore in provincia per vedere quante occasioni potrebbero esserci in cui dovremo documentarci su qualcosa. Un personaggio si rompe un braccio: quali sintomi avrebbe? Cosa gli direbbero al pronto soccorso? Che tipo di ingessatura si ritroverebbe? Oppure, potremmo aver bisogno di sapere qualcosa in più sul paese in cui la storia è ambientata: a meno che non sia la nostra città natale – e spesso anche in quel caso – ci servirà qualche piccola ricerca su strade, palazzi, numero di abitanti, cenni storici.
Il tutto si fa naturalmente più complesso quando viriamo sulla narrativa di genere, come il thriller, il giallo, la fantascienza, il già citato romanzo storico. Come funziona un’indagine di polizia? Il protagonista usa un’arma: che modello, come è fatta, quanto pesa? Altre volte spendiamo molto tempo ed energie sui retroscena, e poi cadiamo sui dettagli. Ricordo, per esempio, il romanzo “Angeli e demoni” di Dan Brown, in cui i protagonisti attraversano rapidamente Roma in macchina, passando per zone centrali, durante l’elezione del Papa. Da romana, direi a Brown che ciò sarebbe possibile solo librandosi in volo (ma basterebbe una banale ora di punta per rendere la scena fantascienza pura). La prima chiave per una corretta documentazione, quindi, è porsi continuamente domande: è possibile quello che sto scrivendo? Ogni volta che la nostra vocina interiore è in dubbio, apriamo Google e cerchiamo. Meglio una ricerca in più che un errore o un’imprecisione.
Un passo alla volta
Google, o altri motori di ricerca, sono quindi il primo passo – e il più accessibile – per reperire le informazioni che ci servono. Per chi parla altre lingue, come l’inglese, si possono cercare articoli e pubblicazioni stranieri, se quelli in italiano non sono sufficienti. A volte enciclopedie on-line come Wikipedia sono sufficienti a risolvere i nostri dubbi, altre volte occorre scavare più a fondo.
Il secondo passo sono le pubblicazioni a tema, come i saggi. A venirci in aiuto può essere sempre Google, tramite il quale reperiremo titoli di libri che leggeremo per farci una cultura sull’argomento desiderato. Se sono disponibili in e-book potremo acquistarli senza neppure uscire di casa; altrimenti, possiamo cercarli nella biblioteca più vicina e prenderli in prestito (o consultarli in loco, come nel caso dei quotidiani conservati negli archivi delle emeroteche). Spesso le emeroteche sono anche on-line, come nel caso dell’utilissima historianet.it.
Il lavoro di documentazione è un momento lungo e molto impegnativo, che spesso può scoraggiare uno scrittore. Le reazioni comuni sono due: arrendersi e lasciar perdere tutto, o arrendersi e scrivere lo stesso, col rischio di commettere svariati errori. Noi dobbiamo però puntare sulla terza reazione, l’entusiasmo: sapere che tutto quello che leggeremo andrà ad arricchire non solo la nostra opera, ma il nostro orizzonte culturale, e soprattutto che – man mano che ci erudiamo su un argomento – anche la creatività sarà sollecitata. Ci verranno nuove idee, il grande “puzzle” mentale del nostro romanzo prenderà sempre più forma, scoveremo nella nostra immaginazioni nuove svolte narrative.
Rivolgersi agli esperti
Se abbiamo bisogno di verificare la tenuta di qualche argomento, possiamo rivolgerci a qualcuno più esperto di noi che ci dia una mano. Un amico (o conoscente, o perfetto estraneo) medico, poliziotto, fisico, esperto di adozioni, della coltivazione della pitahaya colombiana, della macarena bavarese con schiaffo. Scovare una persona competente e andare a rompergli le scatole con una e-mail non deve scoraggiarci, è quello che fanno gli scrittori; naturalmente non dimentichiamo le regole della buona educazione, ma credo che un esperto potrebbe avere anche piacere a darci una mano e mettere a frutto la sua esperienza.
Ricapitoliamo, quindi, i mezzi a nostra disposizione per documentarci:
- Google, o altri motori di ricerca, con cui possiamo reperire le informazioni più semplici presenti on-line;
- saggi e opere sugli argomenti che dobbiamo approfondire, da acquistare per consultarli nel tempo o prendere in prestito in biblioteca;
- esperti e persone competenti su un dato argomento.
Ciò che conta è che la nostra opera sia credibile e il più possibile inattaccabile da questo punto di vista. E le competenze acquisite su un tema ci torneranno utili anche in futuro, nella scrittura e nella vita. Buon lavoro!