Giornata del libro e del diritto d’autore 2019 – Qualche riflessione aperta

Oggi è la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore. Un evento promosso dall’UNESCO

per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale attraverso il copyright.

Da WIKIPEDIA

Ci piacerebbe festeggiare… eppure ci rendiamo conto che entrambi i “festeggiati” sono, forse, qualcosa di simile a dei dinosauri.

Esageri? Beh, questa piccola provocazione la voglio esplicitare, per riflettere insieme su concetti che sono più complessi di quanto sembrino, e per recuperare una complessità necessaria a progredire verso una cultura più aperta, più dialettica e più libera per tutti e tutte.

Il diritto d’autore, tanto per cominciare. Un concetto molto controverso. Quasi dieci anni fa ne parlammo in un post polemico che intitolai “Diritto d’autore, pirateria, condivisione: parliamone”, e che era riferito a vicende e a leggi di attualità allora, che oggi sono superate – forse il concetto di fondo non lo è.

Il diritto d’autore è concettualmente giusto, ma lo sono le sue applicazioni?

Proprio in questi mesi se ne discute in relazione all’informazione, nel quadro di un tentativo normativo europeo che sta facendo molto discutere (o forse… troppo poco?).

Quante contorsioni, quante distorsioni di fatto rallentano la diffusione della conoscenza? In un panorama in continuo mutamento dove il “produttore” di un contenuto non è sempre chiaro, è necessario fare sempre un passo verso la radice, verso l’obiettivo primario: cosa vogliamo, come collettività?

Vogliamo bloccare gli accessi per retribuire i produttori? Questo è lo scopo primario?

Oppure ammettiamo come più necessario aprire le fonti e i contenuti, per permettere che girino il più possibile e siano disponibili a un discorso culturale condiviso?

Le due cose sono opposte? O si può trovare un punto di contatto, un percorso condiviso, superando questa attuale contrapposizione?

Le attuali leggi (e disegni di legge) sul diritto d’autore non sempre giocano a favore della cultura, che è in primis una conversazione aperta e inclusiva di contributi i più vari.
Tant’è che Wikipedia, simbolo di condivisione della conoscenza, è sotto attacco a giorni alterni, mentre Facebook, che mette in pratica una chiusura assolutamente contraria al concetto originario di World Wide Web, prospera con i suoi filtri e paletti e algoritmi escludenti.

E poi, e poi… il LIBRO. Questa giornata è anche per lui.
Parliamone.

Il libro che costa venti, venticinque euro, e che in sempre meno si possono permettere. Il libro che è protagonista di campagne di sconto selvaggio delle grandi catene, e che invece le piccole catene e i librai vogliono vendere a prezzo pieno per salvarsi il bilancio, dimenticando appunto le tasche dei lettori… è davvero solo questa la battaglia da combattere? Il prezzo pieno?

Il libro che non è quasi mai stampato su carta riciclata, tra l’altro. Ed è sempre più fabbricato in Cina o in stati extraUE con leggi diverse dalle nostre in materia di produzione, di lavoro, di emissioni, e così via.
Siamo sicuri che al ruolo culturale dell’oggetto libro corrisponda un contributo vero in termini di protezione del pianeta e di diritti dei lavoratori?

Il libro è un oggetto, appunto. Un supporto che ha moltissimi vantaggi ma anche un impatto. E non è il testo, non corrisponde necessariamente al contenuto. Forse prima o poi potremmo pensare a un libro meno “pesante”… a considerare seriamente le possibilità degli ebook?
Oppure, per salvare capra e cavoli, a un nuovo modello di condivisione che pretenda biblioteche ovunque, e che superi il possesso?

In Italia ci sono più di 8000 comuni, se ci fosse almeno una biblioteca per comune che acquistasse due o tre copie a titolo, molti editori vedrebbero triplicare i fatturati. E non mi si tirassero fuori discorsi del tipo: ma io il libro lo rileggo, il tocco della carta sotto le mani, la mia mega libreria… perché in tal caso vi meritate di essere salassati.

Da Diritto d’autore, pirateria, condivisione: parliamone

Oggi magari sarei meno polemica e non auguro salassi: sono cresciuta e sono autrice anche io 🙂 Ma proprio in virtù di questo mi rendo ancora più conto del fatto che il diritto d’autore non è la panacea per chi scrive, nessuno protegge lo stesso i miei scritti dalla “pirateria” (cos’è la pirateria? Deve essere qualcosa di sempre solo negativo?) e di certo i diritti d’autore dei miei libri non mi fanno ricca, non mi mantengono, non ci si avvicinano nemmeno.
Uno su mille ce la fa, un autore/autrice su migliaia riesce a vivere di quello che scrive. E forse, chissà, il diritto d’autore com’è concepito adesso non fa molto per ovviare a questa condizione, o forse vi contribuisce.

Riflessioni, domande, questioni. Oggi sentiamo di poter dare solo questo. Insieme all’invito di sempre, che oggi ha un significato più nuovo, più urgente:

…questa giornata mondiale del libro e del diritto d’autore festeggiamola in biblioteca!