Dieci domande agli editori
In un suo pezzo per L’Internazionale, Annamaria Testa affronta l’argomento “scottante” della storica carenza di lettura in Italia ponendo dieci domande, chiare, dirette e a volte scopertamente polemiche, agli editori.
Ce ne sono un paio su cui vorrei porre l’accento, perché mi paiono molto importanti e perché, per caso o forse per destino, sto trovando diversi spunti correlati.
Una questione importante è l’educazione alla lettura. Fermo restando che la scuola a questo proposito raggiunge dei risultati tragici, che potremmo quasi definire anti-risultati… il ruolo della famiglia è e rimane quello più importante. Quanti di noi leggono insieme e ai propri figli? Quanti si mostrano davanti a loro appassionati lettori?
Possiamo dire in modo forte e chiaro ai genitori tre cose? Che leggano ai figli già da piccoli. Che leggere è un regalo e un modo per stare vicini. E che, se loro leggono, i figli leggono? Non è un bel tema per una campagna promozionale?
Un bel post dal blog di Babble.com, di qualche giorno fa, affrontava proprio quest’argomento con una bella lista di Sette motivi per i quali BISOGNA leggere libri ai vostri figli di tutte le età. Eccoli (nel post in inglese anche delle belle spiegazioni a corredo):
- è tempo passato insieme
- è un ottimo spunto per conversazioni e discussioni
- è un buon modo per parlare di emozioni
- è uno splendido omaggio all’individualità unica dei tuoi figli
- puoi aprire loro nuovi mondi
- puoi capire meglio dove e come i tuoi figli potrebbero avere bisogno di aiuto
- leggere insieme ad alta volce può far scattare nei tuoi figli… un amore per la lettura lungo una vita!
Un’altra questione che Testa pone e si pone riguarda le librerie:
Non è che c’è un problema con le librerie e con le biblioteche?
Risposta: sì, c’è. In un post di qualche tempo fa avevamo descritto la nostra esperienza confusa e dispersiva in un mega bookstore. Non amo quei luoghi, ma ecco cosa mi scrive un piccolo libraio indipendente, che ha deciso di chiudere i battenti:
Il mercato del libro in forte crisi e il costo dei libri è alto. Aggiungo subito: non ce l’ho affatto con le Feltrinelli o simili, è solo un bene che possano fare forti sconti visti i prezzi dei libri e il periodo. […] Facendo la scolastica poi ti ritrovi tante famiglie tiratissime che prendono un libro alla volta perchè non ce la fanno, e ti verrebbe da dirgli: “ma signora vada all’Esselunga, non lo sa che fanno il 15%!?”Ha senso invece secondo me il commercio del libro usato, ma per reggere bisogna farlo in larga scala tipo Libraccio.
Ecco quindi il dilemma: le megalibrerie non sono il massimo, ma se alla fine della fiera sono le uniche a fare prezzi bassi… mentre molte altre realtà vorrebbero bloccare gli sconti e i ribassi in nome della “salvezza della cultura”… chi è che ci perde qui? Forse il lettore, come sempre? E la realtà delle biblioteche… quando verrà valorizzata come si deve?
L’articolo di Annamaria Testa prosegue con dati e altre domande stringenti. L’ultima, relativa al boom degli ebook e all’apparente prossima scomparsa della figura degli editori, recita:
Ma se invece l’ebook, proprio per le sue caratteristiche di versatilità e per le possibili funzionalità aggiuntive, permettesse di accrescerlo, il ruolo di intermediazione culturale dell’editore?
Anche secondo me questa è una strada reale e percorribile. Dico di più. Nell’articolo centrale di Venti Nodi #2, dal titolo “Porte aperte agli esordienti”, ecco la mia opinione:
C’è bisogno di chiavi di lettura, in questo mondo che pare immediato e a portata di click; c’è bisogno di intermediari che aiutino a orientarsi; che forniscano basi condivise sulle quali innestare percorsi autonomi; che aiutino a capire che il mercato editoriale/culturale non è una macchina gigantesca ma una rete, un ecosistema organico dove ognuno può trovare la nicchia che è in grado di prefigurarsi.
C’è bisogno, ora come non mai, di figure che mantengano una calma serena di fronte al caos apparente e alle crisi vere o strumentali.
Vale per gli editori, vale per scrittori, vale per i lettori e vale anche e soprattutto per i non lettori, che abbiamo il dovere di cercare, capire, interpellare e contattare.
Noi ci siamo, ci proviamo, e voi? Cosa ne pensate? Leggete ai vostri figli? Frequentate le biblioteche? Cosa vi piacerebbe che accadesse, per aiutare la lettura in questo paese?