Scrivere: rispettiamo le fasi della creatività

Eccoci di nuovo insieme per parlare di scrittura e di metodi/trucchi efficaci per far fruttare il nostro tempo e le nostre risorse al meglio.

Perché se è vero che ci sono momenti della vita in cui possiamo prenderci tutto il tempo che vogliamo per spaziare con l’immaginazione e per gettare nel cestino fogli e fogli di divagazioni che non ci convincono più… è anche vero che più spesso che no la scrittura è un’attività che strappiamo a forza dal tempo “tiranno” della produttività, degli impegni, della vita sociale… scrivere occupa il nostro poco tempo libero, le nostre rare pause, le nostre notti al di là della stanchezza… per cui è meglio farlo in modo efficiente e soprattutto efficace.

Nel post precedente avevo introdotto qualche consiglio su come liberare la creatività servendosi al meglio di fasi distinte nelle quali suddividere il nostro lavoro. Per non perdersi invano in correzionicine mentre si crea, o in lunghissime aggiunte e cambiamenti quando invece è il momento di rivedere e finalizzare.

Il segreto sta nella consequenzialità: rispettiamo delle fasi che non vanno assolutamente confuse perché il tutto funzioni.

A mio avviso ci sono dei momenti distinti da rispettare nella creatività. Si può creare da zero, come nel caso di un’idea che salta alla mente o di una pagina scritta di getto; e si può rifinire la materia grezza con un processo altrettanto creativo ma che ha una metodica diversa, è il caso dell’approfondimento e l’articolazione dell’idea iniziale, o della prima revisione.

Possiamo metterla così:

  • Prima creazione: l’idea.
    Fase 1
    : nascita dell’idea di base. Fase 2: dall’idea alla storia.
  • Seconda creazione: la scrittura.
    Fase 1
    : prima stesura creativa. Fase 2: revisione/editing.

Tradotto in pratica, significa che quando ti trovi a scrivere una prima bozza non devi pensare alla revisione. Non devi criticare, analizzare, non devi seguire, non devi nemmeno ricontrollare ciò che scrivi. Alcuni manuali statunitensi rivolti ai copywriter raccomandano addirittura di oscurare lo schermo del PC mentre si scrive.
Questo perché la prima fase creativa è quella in cui è necessario farsi guidare dalle forza oscura e misteriosa del subconscio, abbassare le difese,  lasciarsi andare e permettere che la materia informe venga alla luce in un modo o nell’altro. Le daremo forma in seguito: non fare l’editor mentre stai facendo lo scrittore, perché questi due approcci devono essere consequenziali, non simultanei.

Ne parlo anche in Venti Nodi #2, nel pezzo di chiusura intitolato: Ecco i segreti per scrivere, pubblicare… e vivere felici!

Lasciati trascinare dalla splendida forza della creazione e divertiti a fare quello che diavolo vuoi. Non pensare alla costruzione del discorso, ai dettagli paesaggistici, alle frasi che non suonano bene. Se non ti viene la parola esatta, metti una X. Se una scena ti annoia, salta e va’ alla  successiva. Non rileggere quello che hai appena scritto. Non guardare lo schermo del PC. È un flusso, navigalo come fosse un’onda. Va’ avanti e basta, con un solo comandamento: divertiti!

…A meno che tu non voglia produrre dieci righe in tre ore e alzarti dalla scrivania come se fossi scampato a una sessione di boxe. Dove la tua vitalità ha fatto la parte del sacco.

Quello delle fasi è un concetto valido che non ho trovato spesso nei manuali di scrittura e che in generale non è molto comune o diffuso.  Ho provato un piacevole senso di sorpresa, quindi, quando mi sono imbattuta nei consigli di scrittura di Donato Carrisi, “autore bestseller” che per IoScrittore ha scritto:

Anche la creatività ha le sue fasi:La prima fase corrisponde alla ricerca. Le storie ed i personaggi che non nascono in una stanza chiusa ma bisogna andarseli a cercare per strada.La seconda fase è quella della struttura. Lo scrittore si comporta come uno chef, aggiungendo o togliendo ingredienti e cercando di rispettare un preciso equilibrio. La terza fase è quella della scrittura. Se le due prime fasi si sono svolte in maniera disciplinata la storia scaturirà con un’insospettabile magia.

C’è anche un video, in cui Carrisi dice poco più di quanto scritto sopra, comunque il concetto è quello.
Ho trovato importante il fatto che anche Carrisi non abbia messo la scrittura al primo posto, ma l’abbia collocata solo dopo un percorso preliminare importante perché la creatività si dispieghi al meglio.
Carrisi parla poi di “ricerca”, intesa come ricerca di personaggi, di storie e di spunti che bisogna fiutare in giro per il mondo.

C’è però un altro tipo di “ricerca”, anch’essa di vitale importanza: la documentazione, che per uno scrittore è fondamentale ai fini:

  • della verosimiglianza delle storie narrate
  • dell’accuratezza delle ambientazioni
  • della precisione della scrittura.

E che a sua volta deve essere “piazzata” in momenti strategici, per aumentare al massimo la resa della scrittura.
Ne parleremo nel prossimo post!

 

Leggi le puntate precedenti: