Pausa creativa: lasciamo decantare i nostri scritti – Appunti di editing

Abbiamo parlato, in passato, della pianificazione preliminare e del fondamentale strumento della scaletta).

Ora facciamo un salto alla fine, e parliamo della fase successiva, quella che attraversiamo una volta terminata la prima stesura della nostra opera: revisione? Correzione? Rilettura? Niente di tutto questo.

Parliamo della PAUSA!

Una regola d’oro dopo il termine della prima bozza è lasciar intercorrere un ragionevole lasso di tempo prima di riprendere in mano il lavoro.

E per “riprendere in mano” parlo anche solo di rileggerlo.

Non appena mettiamo la parola “fine” a un’opera, infatti, non abbiamo la lucidità necessaria per vederne con chiarezza i pregi e i difetti: ciò che abbiamo in testa è ancora fervore creativo, oltre a una comprensibile stanchezza mentale. 

La nostra storia ci ha coinvolto per un lungo periodo e ora dobbiamo prenderne le distanze.

Chiunque abbia provato a rileggere un racconto dopo averlo fatto decantare a lungo si sarà resa o reso conto che gli occhi con cui lo vediamo sono molto diversi, più distaccati, obiettivi: è così che saremo in grado di mettere a fuoco la nostra opera, e lo faremo con una lucidità che, appena terminato il lavoro, per forza di cose ci manca.

Più tempo intercorre tra la stesura e la prima rilettura, maggiore sarà la chiarezza con cui vedremo la nostra opera.

Con questo non stiamo suggerendo di aspettare un anno prima di rimettere mano a un racconto… ma almeno una settimana o due sono d’obbligo.

(Soprattutto se devi partecipare a un concorso letterario, programma bene la pausa, e non ridurti agli sgoccioli: la fretta non è mai un’alleata della buona scrittura, né quando si scrive, né quando si corregge.)

Ricorda sempre che nessuno ti corre dietro e che, se l’obiettivo è accrescere la qualità delle tue opere, non lo raggiungerai cercando di bruciare le tappe.

Ed è così che, lasciato decantare il racconto/romanzo per un po’, ci accrgeremo che non era brutto come temevate; oppure ci renderemo conto che il ritmo non è appropriato e avremo modo di intervenire per correggerlo; percepiremo con più lucidità la struttura; in breve, il nostro sguardo sarà un po’ più vicino a quello di chi leggerà.

Solo a quel punto saremo davvero pronte o pronti per passare alla fase successiva: non lasciamoci spaventare dalla lunghezza del percorso, perché vale sempre la pena arrivare in cima!

Questo post fa anche parte della serie:
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