Self Publishing, verso una nuova frontiera: l’Indie Publishing

Buone notizie! Il self publishing è sbarcato anche in Italia!
Fino a un anno fa, la pubblicazione autonoma era una strada ancora poco conosciuta e soprattutto poco considerata, snobbata dalla maggior parte degli operatori culturali e degli autori e autrici con ambizioni culturali “elevate”.

Ma negli Stati Uniti l’autopubblicazione rappresenta una fetta del mercato editoriale imponentissima. Se consideriamo che qui rispondiamo alle novità del mondo anglosassone con un paio di anni di ritardo, è facile capire che era solo una questione di tempo.

Ci sono diversi motivi per cui ora, piano piano, la pubblicazione autonoma si sta sdoganando:

  • l’esempio più avanzato e di successo dei nostri colleghi d’Oltreoceano
  • la diffusione dei lettori ebook che sono ora reperibili in qualsiasi mediastore a prezzi contenuti
  • l’affermarsi (finalmente!) di un formato standard per l’ebook, ovvero il formato epub
  • la solita, generale crisi del mondo dell’editoria che rende molto difficile l’accesso agli scrittori emergenti
  • al contrario, l’ottima attività di marketing culturale e non solo di alcune realtà nostrane.  Come Simplicissimus Book Farm, che, oltre a essere fautore del “Lulu italiano” di self publishing Narcissus.me, ha appena patrocinato un Festival dedicato al Self Publishing e pubblica dal suo blog articoli interessanti e pieni di positività.

Queste condizioni fanno sì che si stia facendo largo una nuova sensibilità e si consideri l’autopubblicazione e le aspirazioni degli autori/auttrici emergenti, con sentimenti diversi da quelli (negativi) di prima.

  • Sta per partire un talent-show dedicato proprio agli autori che verrà trasmesso su Rai3 in prima serata, da questa domenica 17;
  • la prima edizione del già citato International Self Publishing Festival 2013 ( #ISFP2013) ha avuto un buon riscontro in termini di post e opinioni;
  • di self publishing si parla sui giornali e nei rotocalchi anche televisivi (ho da poco visto un servizio in merito nella rubrica “Costume e società” del Tg2)
  • parlandone in un’ottica personale, riceviamo sempre più richieste da parte di autrici e autori che non cercano più solo assistenza nella ricerca o nelle trattative con editori, ma ci chiedono di aiutarli nell’autopubblicazione attraverso percorsi mirati e strutturati.

E qui arriviamo al punto, un punto importante dal quale noi di Studio83 partiamo per andare oltre.

Il self publishing infatti è già superato.

Certo, muove da premesse ancora più che valide e sacrosante:

  • il bisogno espressivo della ormai consolidata fascia di prosumers, ovvero di persone che oltre a consumare contenuti (consumers) vogliono anche produrne (producers);
  • la voglia di dare un “esito” anche pubblico alle proprie storie e a un proprio percorso di vita e di scrittura;
  • le possibilità infinite offerte dai nuovi media, come il web e le tantissime piattaforme social e user friendly;
  • l’opportunità per scrittori tecnici (saggisti, ricercatori, esperti, amatori e intenditori, una vera legione!) di sfruttare al meglio le proprie conoscenze e professionalità divulgandole e contribuendo alla comunità e al sapere generale.

Si parte da qui ed è meraviglioso.
Questo è il periodo migliore in assoluto della storia umana per essere scrittori!

Il chi-fa-da-sé però non basta. Non basta perché il mero self-publishing ha anche una serie di inconvenienti e problemi che di fatto rendono quasi vane le fatiche fatte per arrivarci.

Autopubblicarsi ormai è facile… è talmente facile che lo si fa a volte a sproposito e senza alcun criterio o filtro. Ed ecco che, dall’altra parte del fiume delle parole, chi legge si trova bombardato, sommerso di titoli e di input: l’era dell’informazione è ormai diventata l’era dell’attenzione, nella quale non basta esserci, bisogna anche e soprattutto spiccare, distinguersi per sperare di essere notati e di arrivare a qualcuno. E i “trucchi” che potevano funzionare i primi tempi trovano ormai un pubblico “sgamato” e ben corazzato.

Non è che si rischia di tornare al punto di partenza? Come scrive Massimo Chiriatti nell’ottimo pezzo Anche chi fa da sé nel suo piccolo… (oggi non più disponibile, purtroppo! Aggiornamento del 2023).

L’editore non serve più per pubblicare ma per farsi trovare

Quindi di nuovo è favorito lo scrittore o la scrittrice che trova una casa editrice capace e in grado di usare bene il web per il proprio catalogo, cosa non automatica, ma possibile. E chi si autopubblica rischia di affogare nel maremagnum delle proposte insulse e sgrammaticate che popolano Ilmiolibro&co.

Proprio per questo il/la self publisher deve ora trasformarsi in qualcosa di più per se stesso e per i suoi lettori: deve diventare un indipendent publisher, un autore/autrice indipendente. Il self publishing naviga già verso la sua naturale evoluzione: l’Indie Publishing.

Negli Stati Uniti questo concetto è già di uso comune e riconosciuto dagli editor free lance, che sono una legione rispetto a noi pochi pionieri. E rispecchia un’attitudine nuova e insieme antica, che unisce autonomia e interdipendenza in un processo creativo e tecnico superiore.

La Pubblicazione Indipendente non è la semplice auto pubblicazione.

L’Indie Publishing indica quel processo di pubblicazione in cui l’autore, pur restando autonomo rispetto a un’etichetta editoriale, si fa affiancare da uno o più professionisti per creare un prodotto libro degno di questo nome, che presenti cioè:

  • un linguaggio corretto e privo di qualsivoglia errore o svista
  • uno stile letterario o tecnico che si adatti perfettamente alla materia e coinvolga il lettore nel modo più efficace
  • una grafica piacevole, elegante, accurata e tecnicamente perfetta
  • una confezione e una presentazione professionali
  • magari, perché no, una strategia strutturata di marketing che comprenda azioni online e offline volte alla promozione

Quelli che conoscono l’attuale panorama editoriale italiano sanno che spesso nemmeno gli editori riescono a rispettare tutte queste regole (per la crisi? O per insufficienze della propria politica, o semplice malcostume?):  ma esse sono essenziali per la presentazione e per la riuscita di un buon libro!

Pubblicare, cioè uscire con un testo disponibile al pubblico, non è garanzia di successo.
Pubblicare aiutati da editor professionisti è garanzia di qualità:

  • superiore ai propri standard, perché l’occhio vigile e competente di un esperto fa sempre e comunque crescere;
  • superiore agli standard comuni, che vedono ancora una grande confusione e una miriade di offerte pessime e sconclusionate, in mezzo alle quali è ancora facile e automatico emergere.

Il self publishing sta arrivando? Noi siamo già pronte alla prossima fase.

Studio83 è infatti l’unica realtà italiana che unisce da tempo la mentalità vincente del coaching letterario alla strategia mirata dell’Indie Publishing.

E i risultati… sono qui, nero su bianco: i commenti entusiastici degli autori e delle autrici che hanno lavorato con noi.

È tempo quindi di raccogliere le forze e di spiccare il volo.
È tempo di scrivere, di pubblicare, di fare gli scrittori nel modo giusto.
Come? Pianificando la propria pubblicazione in modo professionale, dandosi obiettivi chiari e definiti e buttando giù una bella strategia volta al raggiungimento del successo… del proprio successo, qualunque esso sia.

Parleremo ancora dell’Indie Publishing, con una serie di consigli dedicati agli autori e alle autrici che vogliono spiccare il volo insieme a noi!

È risaputo che se qualcuno crede veramente di poter fare qualcosa la farà, e se crede che qualcosa sia impossibile nessuno sforzo la convincerà che la si possa realizzare.
Robert Dilts