Scrivere a quattro mani
Di recente, Mondadori ha annunciato che il prossimo luglio uscirà (nella collana Urania Millemondi) un’antologia tutta italiana: “Strani mondi”, che mette insieme quindici racconti di autori e autrici definiti “una interessante selezione del meglio della science-fiction del nostro paese”.
Nel gruppo ci siamo anche noi, Elena Di Fazio e Giulia Abbate, con un racconto che abbiamo scritto a quattro mani e che si intitola “Guerra fredda”: la storia di una subdola invasione ambientata tra i ghiacci dell’Artico.
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Non è la prima volta che uniamo le penne: era successo nel 2009 con il racconto “Ora tocca al dodo”, pubblicato sulla webzine Continuum e poi inserito nella raccolta “Lezioni sul domani”, Delos Digital; e con “I tempi cambiano, nonna!”, omaggio alla fantascienza d’antan giunto finalista al Trofeo RiLL e pubblicato nell’antologia “Cronache da mondi incantati”, edizioni Nexus.
Con “Guerra fredda” siamo tornate a lavorare insieme dopo molto tempo: in questi dieci anni il nostro bagaglio professionale è naturalmente cambiato, così come l’uso degli strumenti letterari, ed è stato interessante ritrovarsi in un nuovo punto del percorso. L’esperienza ci ha dato anche lo spunto per questo post: perché non parlare proprio della scrittura a quattro mani, dando qualche consiglio a chi vuole cimentarsi nell’impresa?
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Lavoriamo come editor da dodici anni e dedichiamo molto tempo, come Studio83 – Servizi Letterari, alla formalizzazione di strategie e strumenti per la scrittura. Abbiamo parlato spessissimo, in questo blog, delle varie fasi da rispettare (pianificazione, stesura, revisione) e di come liberare la creatività. Potrà sembrare quindi che scrivere a quattro mani per noi sia tutto sommato semplice, perché usiamo le stesse tecniche.
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Sbagliato. Le metodologie possono essere formalizzate e universalmente utilizzate, ma ogni autore/autrice, quando le acquisisce, le declina sul proprio stile personale. Perciò, se tutti noi pianifichiamo e stendiamo una scaletta, non è detto che lo facciamo nello stesso identico modo.
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Trovare un metodo comune
Questo è il primo problema che si può incontrare quando si scrive a quattro mani: il metodo. Non è detto che il nostro e quello della persona con cui scriviamo siano sovrapponibili al 100%; è anche possibile che non lo siano affatto! Immaginiamo di lavorare con qualcuno che, per esempio, è abituato a procedere a naso senza pianificazione. Giusto o sbagliato che sia, c’è anche chi lavora così e in qualche modo bisogna venirsi incontro.
Nel nostro caso, per esempio, pur condividendo il metodo, ci siamo trovate a gestire approcci che non erano del tutto identici.
- Giulia pianifica, fa schemi e scrive una scaletta di massima, lasciandosi guidare molto anche dall’istinto.
- Elena è maniaca del controllo e scrive scalette lunghe quasi quanto il racconto.
Ci siamo naturalmente dovute incontrare a metà strada, trovando una via di mezzo che accontentasse entrambe.
Il primo consiglio, quindi, è iniziare il percorso con un rapido briefing incentrato proprio sulla metodologia. Parlarsi, spiegarsi a vicenda in che modo si lavora, come si è abituati a procedere, ricavando un minimo comun denominatore che soddisfi ambedue le parti e permetta di lavorare con serenità. Tutto questo viene ancora prima dell’idea, dei personaggi e dell’intreccio!
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Brainstorming!
Ogni racconto o romanzo nasce da un nucleo centrale e irriducibile: l’idea. Come tirare fuori un’idea in due, e come ampliarla per creare una trama da esplorare e cesellare? Con una sessione di brainstorming, definito da Wikipedia:
una riunione in cui ogni partecipante propone liberamente soluzioni di ogni tipo (anche strampalate, paradossali o con poco senso apparente) […] senza che nessuna di esse venga minimamente censurata.
La cosa migliore è incontrarsi di persona, perché le idee e i pensieri fluiscano con più naturalezza. Può tuttavia capitare che le due penne abitino a grande distanza: a quel punto ci vengono in aiuto le varie app di videochiamata.
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Procedere alternandosi
Una volta definiti intreccio e personaggi, si inizia a scrivere. Si può stabilire a chi dei/delle due spetta l’onore e l’onere dell’incipit: da quel punto, la cosa migliore è procedere alternandosi, senza mai sovrapporsi. Ovvero: mai dire “a me toccano i capitoli 1, 3, 5, a te 2, 4, 6” e scriverli contemporaneamente per poi “assemblarli”. Sarebbe complesso farlo in un’opera a due sole mani, figuriamoci se le teste sono due!
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Accade infatti che, pur avendo una scaletta che ci guida a mo’ di bussola, possa essere necessario correggere la rotta strada facendo… per questo, procedere in modo sequenziale, alternandosi nella stesura, è essenziale.
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Darsi tempistiche e scadenze
Perché una collaborazione sia proficua, occorre darsi delle finestre temporali in cui scrivere la propria parte e consegnarla all’altro/altra. Rispettare queste tempistiche significa rispettare il lavoro dell’altra persona, ed è anche un modo per affrontare la scrittura in un’ottica professionale.
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Ciò è ovviamente importantissimo se il testo che stiamo scrivendo deve essere consegnato entro una data specifica. A meno di reali tragedie, cavallette, inondazioni, dall’altra parte c’è una persona che conta su di noi e che verrà danneggiata se manchiamo la scadenza perché ci siamo male organizzati.
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Revisione: uniformare gli stili
Chiunque abbia scritto un testo a quattro mani sa che la prima bozza ha una particolarità: è un collage di stili diversi, in cui entrambe le mani sono ancora ben riconoscibili. Questo effetto deve essere limato attraverso multipli interventi dall’una e dall’altra parte, che portino lo stile a diventare omogeneo: al termine dell’ultima revisione deve essere difficile, se non impossibile, capire chi dei due ha scritto cosa. Un minimo comun denominatore stilistico, insomma, che integri alla perfezione le due diverse penne.
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Aiuta molto, in questo senso, lavorare di forbici tra una bozza e l’altra per eliminare tutto il superfluo. Se, per esempio, avete superato il limite massimo di battute (cosa che in prima stesura capita spesso), accorciare senza pietà è un ottimo modo per dare omogeneità allo stile.
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Ora che abbiamo preso nota di questi step e consigli, non resta che buttarsi a capofitto nell’esperienza: la scrittura a quattro mani può essere un percorso divertente e istruttivo, fatto di condivisione al 100%.
Che esperienze hai avuto con la scrittura a quattro mani? Raccontacele!