Manoscritto rifiutato: come affrontare gli insuccessi al meglio

Chiunque scriva e cerchi di pubblicare sa che c’è una cosa su cui sbatteremo tutti i denti, prima o poi: il rifiuto. Come gestirlo?

Scrivi un romanzo, ci investi tempo e passione, lo rifinisci, lo invii a qualche casa editrice. Trascorsi i tempi di valutazione, non ricevi risposta. Oppure ricevi un rifiuto. Oppure partecipi a un concorso e il tuo nome non appare tra i finalisti. Ci siamo passati tuttə, e chi si è appena avvicinatə alla scrittura ci passerà.

Siamo esseri umani: è perfettamente normale provare delusione, amarezza, sentire l’entusiasmo che precipita. La scrittura è un percorso lungo e irto di ostacoli e non possiamo evitare di inciamparci sopra, prima o poi. Se questi ostacoli ci fermeranno o ci insegneranno qualcosa, sta solo a noi deciderlo.

Cosa fare, dunque, davanti al tanto temuto rifiuto?

Per prima cosa, accettiamo la delusione e viviamola. È un sentimento che fa parte della vita e ci farà apprezzare ancora di più quella volta successiva in cui invece le cose gireranno bene. Prendiamoci una pausa, dedichiamoci ad altro. Non commettiamo l’errore di pensare che quel rifiuto definirà il nostro futuro e la nostra identità.

Una volta smaltito il dispiacere, passiamo ad analizzare le cose con logica e razionalità.

Generalmente, il rifiuto può dipendere da quattro cose, con le relative strategie da adottare. Vediamo quali!

A) Il testo era ancora immaturo e pieno di criticità. Può capitare che una casa editrice ce le elenchi per motivare il rifiuto (ma non è frequente, né dovuto). Inutile dirlo, in quel caso dobbiamo rimboccarci le maniche e rimettere mano all’opera, da solə oppure affidandoci a qualcuno.

B) Il testo non è pubblicabile. Nessuno vuole sentirselo dire o ammetterlo a sé stessə, ma è possibile che ciò che abbiamo scritto non possa semplicemente approdare alla pubblicazione, neppure dopo un’approfondita revisione. Neppure in questo caso dobbiamo perderci d’animo: scrivere quel testo ci ha comunque formatə, ci ha insegnato qualcosa, è stato un esercizio. Passiamo al prossimo, evitando di ripetere gli stessi errori!

C) Il testo è buono, ma lo abbiamo mandato alla casa editrice sbagliata, perché non è pertinente con il catalogo. Errore frequente, a cui ovviare evitando gli invii a caso: dobbiamo sempre informarci bene sul nostro interlocutore.

D) Il testo è buono e pertinente al catalogo, ma non ha suscitato interesse. Non è strano, anzi, capita di continuo; ed è capitato a qualunque scrittore o scrittrice di successo. A volte finire nelle mani giuste al momento giusto è una questione di fortuna! Questo può suonare ancor più scoraggiante, perché è qualcosa su cui non abbiamo più potere di tanto. Ciò che conta è non arrendersi e ritentare, mantenendo il distacco e la lucidità, ma anche l’entusiasmo e la forza di credere in quello che stiamo facendo. Le soddisfazioni arriveranno, ci vuole solo del tempo!

Hai mai ricevuto rifiuti? Come li hai affrontati? Raccontacelo nei commenti!

Vuoi un parere esterno prima di proporre il tuo romanzo a una casa editrice? Contattaci per una scheda di valutazione!