Scrivere per un concorso a tema – Appunti di editing

Parliamo oggi di una particolare attività scrittoria: quella che ruota intorno a un tema dato da terzi, che dobbiamo rispettare e al quale dobbiamo adattare la nostra opera. Ci sono cose da tenere sempre a mente, sia in senso positivo, che negativo: le cose da non fare sono importanti quanto le buone pratiche da mettere in atto!

Come si scrive, dunque, un racconto a tema per un concorso?

Scrivere rispettando dei paletti

Quando scriviamo un racconto o un romanzo per un concorso a tema, abbiamo una serie di “paletti” da rispettare. Lunghezza dell’opera, argomento, tempistiche, formato di invio, a volte anche direttive sull’impaginazione dell’opera o sulla veste redazionale. Li ho definiti paletti, ma in realtà scrivere rispettando limiti imposti da terzi è un incredibile esercizio che aiuta a migliorarsi tantissimo. Per prima cosa, dovremo imporre alla nostra opera una lunghezza massima: già questo ci aiuta a imparare come strutturare un racconto in modo che non superi determinate dimensioni; o, nel caso di un romanzo, ci obbliga a creare un intreccio più lungo e complesso di quanto avremmo pensato. È un po’ come allenarsi su un percorso obbligato ricco di ostacoli e dislivelli: non è divertente come correre per i fatti propri, ma certamente più utile.

Da dove iniziare

Iniziamo con il limite più importante, vale a dire il tema. Nel caso di Futuro Presente, per esempio, l’argomento è la fantascienza sociale: a quel punto si apre Google e si fa una ricerca sul genere, cercando tutte le informazioni possibili. Oltre alle informazioni vengono fuori anche molti titoli di racconti e romanzi; reperirli in biblioteca e leggerli è il secondo passo, che ci permette di farci un’idea pratica di quello che dobbiamo scrivere. Una volta che abbiamo una visione chiara dell’argomento, possiamo tirare fuori un’idea e trasformarla in scaletta.

Se non sai da dove iniziare, leggi i nostri articoli:

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Scrivere: la pianificazione preliminare

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 La scaletta: appunti di editing

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 Perché la pianificazione migliora lo stile: appunti di editing

Essere originali

Qualcuno potrà dire: devo addirittura leggere dei libri per scrivere un racconto e partecipare a un concorso? La risposta è: sì! Innanzitutto, una nuova lettura non può che arricchirci a prescindere dal partecipare o meno a concorsi o selezioni. Nell’ottica di iscriversi a un contest, studiare l’argomento è indispensabile per essere originali. Diversamente, finiremo per proporre qualcosa di già visto o comunque non più al passo con i tempi. In molti casi serve anche altro, ovvero informarsi bene sul tema dato al di là della sua versione letteraria. Usiamo sempre l’esempio di Futuro Presente: oltre alla letteratura fantascientifica sui temi sociali, dovremo informaci bene sui temi sociali in senso stretto, su quali sono quelli legati alla realtà di oggi (che non sono gli stessi che troveremo in un romanzo di vent’anni fa!).

Rispettare le regole

Nei concorsi o selezioni che chiedono opere a tema e danno una lunghezza massima e minima accettate, una buona percentuale di scritti viene bocciata perché non rispetta le regole. Opere troppo brevi, troppo lunghe, con debole attinenza all’argomento dato, a volte totalmente fuori tema. Molte volte ciò accade perché non si leggono con attenzione i regolamenti: perciò, ricordiamo, la prima cosa da leggere con attenzione è il bando di concorso/selezione. In alcuni casi, gli autori non rispettano le regole perché hanno già un’opera pronta e la inviano senza adattarla al bando: l’obiettivo è tentare comunque. Ma noi vogliamo tentare o avere un’opportunità vera e propria?

Se la risposta è la seconda, non possiamo fare le cose a casaccio e dobbiamo sempre essere ligi alle regole. Se il bando dice che i racconti non dovranno superare le 20.000 battute, dobbiamo rispettare quel limite. Per Futuro Presente, per esempio, abbiamo ricevuto moltissimi racconti che, seppure interessanti, erano lunghi la metà rispetto a quanto richiesto nel bando. La lunghezza massima e minima non sono stabilite per complicare la vita agli scrittori, ma perché dietro ci sono precisi obblighi e scelte redazionali: se l’obiettivo è mettere insieme un’antologia, le opere dovranno essere brevi; se l’obiettivo è una pubblicazione a sé stante, come in Futuro Presente, le opere dovranno essere lunghe a sufficienza da funzionare come uscita singola. Insomma, fidiamoci del bando! 🙂

Le cose da non fare

“Ci sono cose che assolutamente non si fanno”, diceva James Bond. Quali sono gli errori da evitare quando si partecipa a un concorso o una selezione con un proprio racconto? Ecco una lista di tipici sbagli che si commettono in questi casi.

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 Inviare un’opera più lunga o più corta rispetto a quanto stabilito dal regolamento. Nel 99% dei casi, ciò comporta l’esclusione a priori.

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 Inviare un’opera fuori tema. Anche qui, l’esclusione è praticamente garantita.

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 Quando il concorso o selezione non prevede il pagamento di una quota d’iscrizione, inviare la prima cosa che capita, “tanto è gratis“. È molto sgradevole, per una giuria, constatare che la gratuità del concorso porta i partecipanti a essere meno ligi al bando: la giuria mette a disposizione il proprio tempo ed è giusto rispettarla. [Un esempio di cui siamo stati protagonisti anche noi: i primi contest che abbiamo organizzato non prevedevano alcuna quota e abbiamo ricevuto moltissime opere fuori tema, addirittura interi romanzi; per questo, con “I Ritornanti” abbiamo stabilito una quota d’iscrizione, e… magicamente, la percentuale dei racconti fuori bando si è ridotta al minimo. Un caso? 😉 ]

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 Ignorare il vincolo di inedicità sperando che la giuria non se ne accorga. Ci sono molti motivi che possono portare un concorso a preferire gli inediti, soprattutto se è in palio la pubblicazione (es. vincoli contrattuali o minore commerciabilità di opere già pubblicate). Prima o poi verrà fuori che il nostro racconto è edito e tutto ciò che otterremo sarà una brutta figura.

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 Accompagnare un’opera fuori tema o troppo lunga/corta con esortazioni rivolte alla giuria o ai selezionatori: “Non c’entra niente con quanto richiesto nel bando, ma con <modifica suggerita> potete farmi vincere lo stesso!” Se sappiamo già che il racconto non va bene e cosa non va bene, è nostro dovere modificarlo prima di partecipare.

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 Scrivere un racconto a tema, o di un genere letterario specifico, o entrambe le cose, senza conoscere l’argomento. Documentarsi è basilare per creare un’opera originale e sarà anche un tassello in più nella nostra crescita come autori.

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 Contattare la giuria per fare domande a cui risponde già il bando. Se un bando è poco chiaro o si hanno dubbi, chiedere è sacrosanto; se il bando dice che le opere dovranno essere di 20.000 battute, domandare ai giurati se va bene un racconto di 50.000 non ha senso.

Come abbiamo detto, scrivere racconti a tema è un esercizio importante: ci fa uscire dalla zona di conforto, ci permette di misurarci con noi stessi e con tematiche nuove, ci porta a leggere e scoprire nuovi generi e argomenti.

Un esempio: anni fa ho aderito a una call per autori di fantascienza; l’obiettivo era scrivere racconti che mescolassero il genere fantascientifico con il tema della musica. Lì per lì ero titubante, perché non sono una musicista, al massimo un’ascoltatrice! E invece, grazie a quell’esperienza, mi sono fatta una cultura sul tango e le sue regole (l’antologia fanta-musicale è “Le variazioni Gernsback“, edizioni Della Vigna).

Per questo, non facciamoci spaventare dai limiti imposti dai bandi: paradossalmente, ci aiutano a superare i nostri!

L’importante è tenere a mente le regole di cui abbiamo parlato e impegnarci a rispettare i dettami del bando, anche quando ci stanno stretti. Nella maggior parte dei casi sorprenderemo noi stessi, fidatevi!

Per tutto il resto, c’è Studio83: ricorda che abbiamo un servizio dedicato specificamente ai premi letterari: l’editing per concorsi, che dà una marcia in più al tuo testo, garantendo qualità, stile, coerenza. Ottimo biglietto da visita per qualsiasi giuria!