La revisione di un manoscritto: lavorare per fasi!

Per molti e molte l’estate è il momento ideale in cui scrivere nuovi testi. Le idee germogliate nei mesi precedenti possono trovare nuova linfa, grazie alla riduzione della mole di lavoro che, in molti ambienti professionali, si accompagna all’arrivo di luglio e agosto.

Per altri/e, invece, l’inverno e la primavera possono essere stati già proficui per quanto riguarda la produzione: ci troviamo in mano un nuovo romanzo, pronti per la fase successiva.

Che, neanche a dirlo, può essere una e una soltanto… la revisione!

Qualunque romanzo va riletto e revisionato con attenzione prima di instradarlo verso qualsivoglia sorte (concorso letterario, selezione diretta in casa editrice ecc).

Come affrontare al meglio la revisione di un manoscritto?

La cosa migliore da fare è, come sempre, lavorare per fasi.

In questo modo possiamo affrontare i vari problemi uno alla volta e non sovrapporre interventi diversi, che richiedono strategie diverse.

Ecco le fasi della revisione di un manoscritto secondo Studio83 – Servizi Letterari!

1. Chiedere un parere esterno

È quasi superfluo da parte nostra come consiglio… tuttavia, essere lette e valutate da terzi è importantissimo. Finché siamo le uniche lettrici di noi stesse, affronteremo il testo da un unico punto di vista che coincide con quello di chi l’ha scritto. Una lettrice esterna non solo vedrà criticità che a noi sfuggono, ma potrà darci un parere inaspettato anche sui pregi o sull’effetto generale che l’opera ha sul pubblico.

Nel mio caso (Elena Di Fazio), la prima cosa che ho fatto appena terminato di scrivere un romanzo è stata commissionare una scheda di valutazione a Giulia Abbate, socia e collega. Sapevo che avrei potuto rileggere il mio manoscritto mille volte e vederci sempre le stesse cose, mentre un parere esterno e professionale mi aiuterà a capire davvero dove intervenire.

Per chi non se la sente di investire su una valutazione professionale, ci sono i cosiddetti beta-reader tra i nostri amici e amiche: persone che si offrono di leggere la prima stesura di un romanzo dandoci un parere spassionato su cosa funziona e cosa no.

Grazie a questa prima fase, dunque, ci ritroviamo con una fotografia più ampia del romanzo e dei suoi punti deboli, sui quali potremo a quel punto intervenire.

2. Preparare una scaletta degli interventi

Se la scaletta è fondamentale per scrivere un romanzo, può essere molto utile anche quando lo dobbiamo revisionare.

Possiamo stendere un elenco di interventi da apportare secondo l’ordine cronologico dell’intreccio: è sempre meglio seguirlo, perché ciò che modifichiamo potrebbe andare a influire sugli eventi successivi.

La forma della scaletta di revisione può essere la più svariata, in base al nostro metodo e alla nostra personalità. L’ideale è produrre un semplice schema, che magari riassuma l’intreccio del romanzo a mo’ di infografica, con le varie modifiche da apportare registrate passo passo.

3. Revisione vera e propria

A questo punto possiamo passare alla revisione in senso stretto.

Se abbiamo rispettato le due fasi precedenti, probabilmente rimetteremo mano al testo dopo un consistente lasso di tempo dalla prima stesura. Far trascorrere almeno qualche mese è importantissimo, perché uno scritto deve decantare prima di poterlo affrontare con lucidità. E più un’opera è consistente (come un romanzo), più la decantazione sarà lunga.

La fase di revisione vera e propria porta spesso a scoraggiarsi o a sentire che non ce la faremo mai e non ne vale la pena. Ciò accade perché c’è sempre un delicato equilibrio a sorreggere un intreccio, che rischia a ogni passo di essere incrinato dalle varie modifiche strutturali apportate.

Non facciamoci prendere dallo scoramento, perché il risultato finale sarà esattamente l’opposto: un romanzo più solido, dall’equilibrio più marcato, libero da molti dei suoi punti deboli e delle sue criticità iniziali.

4. Rilettura!

A revisione terminata, possiamo passare alla fase finale: la rilettura.

Quest’ultima può essere ripetuta quante volte vogliamo e potrebbe portare alla luce ulteriori criticità, come errori strutturali sfuggiti all’amico beta-reader (ma non all’editor!) o semplici refusi.

Tra una rilettura e l’altra facciamo comunque passare del tempo, per evitare che l’effetto imparato-a-memoria ci impedisca di vedere con chiarezza i problemi. A questo punto, possiamo decidere cosa fare del nostro manoscritto, a chi proporlo o a quale concorso iscriverlo!

Se hai bisogno di un parere professionale sul tuo manoscritto prima di procedere alla revisione, compila il nostro form per un preventivo personalizzato e senza impegno!

Questo post fa anche parte della serie: CHICCHE DI AGOSTO