Studio83, ti scrivo… L’importanza di personalizzare

Ogni giorno dall’Anno Domini 2007 riceviamo mail e comunicazioni da autori, editori e persone interessate al mondo del libro.

Già tempo fa riportai un surreale scambio mail con un ufficio stampa, per dare l’idea che non è sempre facile comunicare, anche con chi lo fa per lavoro.

Con questa nuova “Studio83, ti scrivo…” useremo alcuni passi delle mail che riceviamo come input per parlare insieme, per confrontarci e imparare. Perché ce n’è sempre di nuove, chi lavora a contatto diretto con il pubblico lo sa bene e forse il bello è anche questo!

Inauguro la rubrica con una mail appena arrivata: per parlare dell’importanza di essere accurati.

La mail è breve, ben confezionata e mi vuole informare della nascita di una nuova casa editrice piccola, indipendente e locale. Bene!
Ma.

Ma esordisce così:

Gentile interlocutore,

è con piacere che si porta alla Vs. conoscenza l’avvio delle pubblicazioni del nuovo marchio editoriale
Eccetera, eccetera.

Ecco, io su un inizio del genere metto un grande punto interrogativo.

Capisco che tali comunicazioni siano a pioggia indifferenziata e che non ci sia tempo/voglia/modo di personalizzarle singolarmente.
Però a me “interlocutore” non l’ha mai detto nessuno.

Una formula tanto impersonale leva smalto a qualunque bella notizia ci sia dopo. Perché chiunque di noi, addetto stampa, redattore, critico, lettore, scrittore, editore… non ama sentirsi “uno qualunque del mucchio in FWD”: la morte dell’efficacia, l’eutanasia del marketing.

“Redazione”, “Salve a tutti”, “Amici”, “Spettabile”, anche un semplice “Salve” o “Buongiorno” sono il pane di tutti noi, ci aiutano a uscire dall’imbarazzo telematico e non fanno suonare sgradevoli campanellini.

Perché qui non parliamo di quanto sia bella o importante la mia persona (lo è) o di quanto la casa editrice sia ottima e di belle speranze (lo è).
Parliamo di quanto la comunicazione che tu mandi fuori ottiene l’effetto che tu vuoi che ottenga.

Amici scrittori, amiche scrittrici, a voi non suona nessun campanellino?

Questa prima mail può insegnarci una preziosa lezione per chiunque debba comunicare.

Non importa se scrivi un comunicato stampa o un romanzo sperimentale: ricorda che il diavolo si nasconde nei dettagli!

Alla prossima mail!