L’infodump – Appunti di editing

Scrivendo un racconto o un romanzo, un autore ha spesso una grande necessità: quella di comunicare informazione al lettore. La quantità di informazione deve essere gestita in modo corretto e il suo flusso deve essere dosato in modo da non “schiacciare” né la prosa né il lettore. Quando ciò non accade, ovvero quando l’informazione viene riversata senza porre i giusti argini, si parla di infodump. Il termine viene spesso italianizzato in “info-rigurgito”, che offre senza dubbio un’immagine evocativa (io continuo a usare “infodump”, se volete perdonarmi).

L’effetto che ha l’infodump sul lettore non è certo dei migliori: questi sa subito che l’informazione riversata nell’opera è diretta a lui, ma è con altri mezzi che lo scrittore dovrebbe esplicitarla per mantenere dei criteri minimi di qualità ed eleganza.

Tra gli esercizi di scrittura più importanti ci sono proprio quelli che servono ad allenarsi a ridurre l’infodump. Ponendosi una serie di informazioni da comunicare al lettore, bisogna riuscire a farlo integrandole nel modo più naturale possibile all’interno di uno scritto. Questo genere di allenamento consente soprattutto di capire quante informazioni sono effettivamente necessarie e quante invece vengono percepite come tali dall’autore che si accinge a scrivere. Molta informazione può essere eliminata senza che l’opera perda di senso o significato e senza intaccare ciò che arriverà al lettore alla fine (ricordando sempre, però, che lo scrittore non può controllare il lettore e il modo in cui quest’ultimo percepirà il suo lavoro).

L’infodump è una licenza che a volte ci si concede, ma deve essere sempre evitata dove possibile. Non importa se ci sono autori celebri che hanno sempre fatto questo errore: ispiriamoci ai pregi, non ai difetti. E ogni difetto è perfettibile: l’allenamento, proprio come nello sport, è la base della corretta tecnica.