Fiera del libro, non del manoscritto!
Maggio in Italia è il mese dei libri, grazie al Salone del Libro di Torino, un evento ormai internazionale che di anno in anno si ingrandisce, si espande, si fa più importante e frequentato.
Noi ci siamo andate per molti anni di seguito, a partire dal 2007, anno di nascita di Studio83, Anzi,. quella fu la “prima uscita ufficiale” di Studio83, che aprimmo nel marzo dello stesso anno.
Da quanto abbiamo visto, innanzitutto, non sono pochi quelli che pubblicano esordienti; si tratta principalmente di case editrici piccole, animate da un interesse sincero per le nuove leve della letteratura italiana.
I tempi sono decisamente cambiati, o forse siamo cambiate noi, che dopo tanti anni di suole consumate a Torino, ultimamente non vediamo l’ora di non andarci 🙂 Scherzi a parte: lo scenario rispetto ad anni fa è davvero cambiato, anche a causa dell’esplosione dei social.
Gli editori sono sempre più assediati da ogni lato: editor e redattori in cerca di ingaggio, blogger in cerca di libri, creatori di contenuti, lettori e lettrici con un profilo social… oggi sono in molti che si propongono per iniziative di ogni tipo, e il risultato è che in fiere come queste l’attenzione e la disponibilità di chi è agli stand non è sempre al massimo, anche solo per ragioni fisiologiche.
Perché parliamo di questo? Perché nelle ultime settimane abbiamo ricevuto da diversi nostri autori una stessa domanda, che ci fa capire che molto è cambiato, ma non proprio tutto.
LA DOMANDA: “Ho intenzione di andare al Salone di Torino: secondo te è una buona idea portare il mio manoscritto, e proporlo agli editori lì presenti?”.
Dunque, è così! In un mondo in continuo e frenetico cambiamento, c’è una figura che invece mantiene il suo aplomb e la sua perseveranza, e non accenna a sparire: il manoscrittaro!
Questa figura (poco) mitologica è stata identificata da Andrea Pinketts e da Danilo Arona, che ne parlarono in modo davvero divertente in una rassegna gialla di qualche anno fa (una delle ultime volte in cui il compianto Pinketts comparve in pubblico).
Non necessita di troppe descrizioni: il manoscrittaro è l’autore in cerca di pubblicazione, che si presenta allo stand dell’editore (e alla presentazione, e in libreria, e sul pianerottolo…) con il faldone di fogli stampati tra le mani, la faccia speranzosa e la favella pronta.
Riesci a immaginare la scena? Riesci a metterti dall’altra parte, in una fiera affollata, tra libri e lettori che li prendono e li posano, trovarti di fronte al manoscrittaro, e pensare a un verosimile finale per questa storia?
Ti aiutiamo noi. La risposta alla domanda citata è NO. No, non è una buona idea proporsi in una fiera, da nessun punto di vista,
Non è assolutamente consigliabile proporsi agli editori in occasione di fiere, e in particolare di quella di Torino: il Salone prevede un afflusso enorme di folla, che per chi lavora si traduce in giorni di ininterrotta fatica in un enorme frullatore.
Essere presenti a Torino inoltre comporta degli oneri finanziari molto pesanti per gli editori: che dunque sono lì a vendere libri, per rientrare nelle spese, guadagnare qualcosa e farsi vedere da quanto più pubblico possibile. Non hanno il tempo e il modo materiale per dedicare attenzione ad altro, men che meno alla descrizione accorata della tua ultima fatica e della sua genesi: anzi, una simile eventualità è percepita come fastidiosissima.
Rimetti quindi nel cassetto il tuo manoscritto, e porta al Salone e alle fiere in cui ti rechi una penna e un quaderno per prendere appunti.
Fai uno, due, tre giri degli stand. Trova e registra le le case editrici che possono fare al tuo caso: segnati i siti web, prendi i cataloghi, presta attenzione ai titoli pubblicati. Scambia qualche parola, se vuoi, ma da lettrice o lettore e nient’altro. Una volta di ritorno a casa, dedicati con calma a spulciare le varie realtà, badando bene alla loro politica di invio manoscritti.
Per tutto il resto, c’è Studio83! Goditi la fiera, troviamo noi l’editore che fa per te, e scriviamo una proposta editoriale professionale per presentare il tuo libro al meglio.
E se incontri un manoscrittaro, parlagli di noi: gli farai un favore, e da qualche parte un editore tirerà un sospiro di sollievo.