Colpi di scena: cinque tecniche per catturare il lettore

“Sto leggendo un romanzo bellissimo, non vedo l’ora di andare avanti per scoprire cosa succede!”

Tra i complimenti più belli che possa ricevere un autore/autrice, c’è proprio questo: sapere che il proprio lavoro cattura chi legge, e spinge a proseguire con un livello di coinvolgimento e curiosità costante.

Perché ciò accada dobbiamo adottare una serie di strategie e tecniche che trasformino il romanzo in un “page-turner”, “gira-pagine”, come dicono gli anglosassoni: locuzione che rende bene l’idea!

A incollare il lettore e la lettrice al libro può essere una vasta gamma di elementi, tra cui i più noti e largamente utilizzati sono i colpi di scena.

I colpi di scena sono delle svolte impreviste e improvvise che deviano l’intreccio dalla sua traiettoria, danno nuove chiavi di lettura di eventi o personaggi, oppure ribaltano la prospettiva. Il loro scopo è sorprendere, aumentare la tensione e ravvivare l’interesse per la storia.

Perché la curiosità di lettrici e lettori si mantenga costante, dobbiamo essere attenti a distribuire i colpi di scena in punti strategici del romanzo.
Questo non significa che ogni due capitoli debba entrare in scena chissà quale sconvolgimento: possono essere anche piccoli dettagli introdotti e strutturati in modo efficace.

Come utilizzare i colpi di scena in modo da catturare l’attenzione del lettore e della lettrice?
Ecco cinque tecniche che ci possono tornare utili allo scopo!

Avvertenza: da qui in avanti faremo degli esempi riferendoci a opere note e diffuse. Ma leggili pure con tranquillità: i nostri post NON CONTENGONO SPOILER!

#1: CLIFFHANGER

Tra le tipologie più celebri di colpi di scena c’è il cosiddetto cliffhanger (termine difficile da tradurre in italiano, almeno letteralmente: indica qualcuno o qualcosa che pende su uno strapiombo). Si parla di cliffhanger quando un colpo di scena è posizionato alla fine di un capitolo, obbligando chi legge a iniziare quello successivo per sapere come va a finire.

Pur essendo un espediente narrativo molto più comune nel cinema e nella tv (tra gli esempi più recenti: la sorte di Jon Snow ne “Il trono di spade”), il cliffhanger può essere uno strumento prezioso anche in narrativa.
Non c’è bisogno che lasci “appesi” eventi estremi o assurdi: per le sue stesse caratteristiche intrinseche, il cliffhanger è efficace anche quando chiude su elementi più semplici e quotidiani (una frase in sospeso, lo squillo del telefono, una piccola anticipazione).

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#2: AGNIZIONE

Altra tecnica molto nota è l’agnizione: un colpo di scena che riguarda l’identità del protagonista, e che può cambiare radicalmente il suo ruolo all’interno degli eventi narrati.
Per citarne una che ha fatto epoca: l’intramontabile “Io sono tuo padre!”; ma anche la presa di coscienza del protagonista di “Fight Club” di Chuck Palahniuk.

Rispetto ad altre tipologie di colpi di scena, l’agnizione è più complessa da usare perché va a incardinarsi nella struttura stessa della narrazione, modificando il corso degli eventi. Non è quindi una tecnica da usare sempre e a cuor leggero: ma, laddove ben condotta, lascia chi legge a bocca aperta.

#3: PERIPETEIA

Quando il rovesciamento riguarda le circostanze in cui si trova un personaggio, parliamo invece di peripeteia.
Il termine, di origine greca, fu approfondito da Aristotele nella sua Poetica e definito un cambiamento attraverso il quale l’azione vira verso il suo opposto.

Esempi classici di peripeteia si trovano proprio nella tragedia greca, come l’Edipo Re di Sofocle, che nella sua inarrestabile ricerca della verità si ritrova vittima di un terribile destino.
Altro esempio è il romanzo per ragazzi “La piccola principessa”, dove la protagonista, in seguito all’improvvisa morte del padre e alla perdita di tutti i beni di famiglia, passa da allieva privilegiata a sguattera maltrattata.

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#4: PLOT-TWIST FINALE

Spesso, il colpo di scena principale viene lasciato per il gran finale. Anche se non possiamo usarlo per “obbligare”chi legge ad arrivare fino a quel punto, sapremo che difficilmente egli o ella dimenticherà poi la conclusione dell’opera.

Al cinema il twist finale ha reso celebri molti film, come “Il sesto senso” di M. Night Shyamalan.

Il finale di un romanzo può assolvere diverse funzioni, come legare insieme gli eventi narrati fino a quel momento, risolvere una volta per tutte misteri e indizi disseminati sul percorso, o a sua volta introdurre un rovesciamento che, in forma retroattiva, cambierà la nostra visione di tutto ciò che abbiamo appena letto.

Due esempi di questa tipologia di colpo di scena si trovano in altrettanti romanzi di Philip K. Dick, “Un oscuro scrutare” e “Ubik”.

5#: FLASHBACK

Ultimo della nostra lista, ma non meno importante, è il flashback. Non necessariamente un flashback è un colpo di scena, ma possiamo utilizzarlo con questa funzione, spostando temporaneamente lo sguardo di chi legge sul passato, per fornire elementi che aiutino a leggere il presente con occhi diversi.

I flashback sono importanti soprattutto per dare corpo ai personaggi e alle loro motivazioni, come se accendessimo una luce su un aspetto della loro personalità, mostrando gli antefatti che li hanno resi così come sono.

Un’opera televisiva che fece larghissimo uso del flashback fu “Lost”, che intrecciava di continuo presente e passato dei personaggi.

Trattandosi di uno strumento narrativo che deve sorprendere il lettore, valutare la riuscita o meno di un colpo di scena non è affatto facile, per l’autore/autrice: conosciamo la nostra storia fin dall’inizio, quindi non possiamo essere sicuri della sua efficacia su terzi.
A chi rivolgersi?

A Studio83, naturalmente: una scheda di valutazione professionale del manoscritto analizza anche i colpi di scena e la loro resa complessiva, fugando ogni dubbio e dando eventuali consigli su come correggere la rotta. Provare per credere!